La regina Carlotta

La regina Carlotta
Julia Quinn, Shonda Rhimes

I romanzi e le serie TV dedicati ai fratelli Bridgerton hanno sconvolto la tranquillità delle lettrici romance, scatenando non pochi apprezzamenti e altrettante polemiche sulle scelte adottate per l’adattamento televisivo fatte dalla produzione.
Tralasciando le incongruenze già note, in quanto non voglio fare polemica gratuita solo per attirare lettori, mi limito a precisare un paio di concetti e il mio punto di vista.

Ho letto la saga vent’anni fa, quando Mondadori l’ha pubblicati la prima volta e ho apprezzato nel corso degli anni l’autrice Julia Quinn.

L’ho riletta volentieri nella sua ripubblicazione recente, recuperando anche i due volumi che mancano alla mia attenzione.

Ho visto le due stagioni della serie TV su Netflix e le ho apprezzate per quelle che sono: dei prodotti televisivi di puro intrattenimento in stile romantico.

Delle polemiche scaturite sul costante uso del politicamente corretto sulla scelta del cast o quella del presunto abuso sessuale, preferisco non considerarli e passare oltre; inutili entrambi e se non mi sono espressa al loro manifestarsi, non penso proprio di farlo ora.

Leggi le recensioni ai libri del blog.

La Regina Carlotta è stata la più criticata, così come il duca di Hastings. Io l’ho vista come una trasposizione televisiva di un prodotto di fantasia e come tale l’ho considerato per tutto il tempo e ho preferito concentrarmi sull’interpretazione e su altri fattori per me più importanti.

Quello che mi chiedo invece è altro. Era necessaria una serie TV per giustificare le scelte di un prodotto di fantasia di libera interpretazione storica?

È da bocciare questa serie TV?

Se la consideriamo nel contesto frivolo, evasivo e di intrattenimento in cui nasce no; ma se vogliamo fare un attento studio storico è meglio rivolgere la nostra attenzione altrove.

Il matrimonio combinato tra Carlotta e Giorgio, le difficoltà di ritrovarsi al centro delle attenzioni di un regno, essere responsabile di una dinastia reale, essere oggetto di complotti e giudicati per ogni respiro, sono elementi dell’ambientazione storica che tutti conosciamo, che servono al telespettatore a comprendere i personaggi e le loro scelte.

È una commedia romantica e pertanto racconta diverse storie con separati risvolti, che ci svelano segreti di personaggi che già conosciamo ma non così intimamente.

Un po’ forzata la necessità di creare un legame tra Lady Danbury e Lady Violet, accomunate dall’esperienza della vedovanza e di amori impossibili, come a voler sottolineare quella strana benevolenza che la prima dama ha sempre nei confronti dei fratelli Bridgerton spiegandone il motivo.

Come sempre immancabile la voce di Lady Whistedown che commenterà a bordo campo tra un flashback ed un altro e che vedremo presto protagonista della serie TV.

Che dire di più?

La regina Carlotta è un prodotto di evasione, simpatico e senza impegno, adatto per chi vuole trascorrere qualche ora lontano dal tedio e dallo stress, facendo sognare sul suo finale romantico e da favola.

Mi piace pensare che anche gli storici Giorgio e Carlotta abbiano vissuto la loro storia d’amore e aver avuto il loro … e visassero felici e contenti… nonostante le difficoltà del periodo storico che hanno vissuto.

Va visto? Se il genere vi piace sì.

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