I Bridgerton season 1

I Bridgerton season 1

Brigerton è la serie TV che ha spopolato sulla piattaforma streaming di Netflix e che è riuscita a scatenare l’opinione pubblica, tutti ne parlano in bene e in male.

Per chi ha amato la saga dei romanzi omonima dell’autrice Julia Quinn è stata una piacevole sorpresa poter assistere nuovamente alle avventure dei fratelli Brigerton. 
A distanza di vent’anni non solo Mondadori ha ripubblicato in nuova veste i romanzi, ma ha aggiunto dei capitoli extra per ringraziare le fan, e poi l’arrivo della serie TV è stato un vero cataclisma.

Che dirvi? Anche io ho atteso con ansia la trasposizione televisiva, e ammetto di non averla gradita. Scoprirete tutto nella mia review di seguito.
Però continuo ad amare immensamente i libri cartacei.

I fratelli Brigerton sono otto: Anthony, Benedict, Colin, Daphne, Eloise, Francesca, Gregory & Hyacinth. E tutti portano il peso di un nome importante, influente, di essere belli e di essere solo un numero in linea temporale di nascita per la società londinese. Nessun membro del Ton si prende cura di conoscere a fondo ogni individuo di questa famiglia, di scoprirne le peculiarità e di ammirarlo per la sua essenza invece che per la popolarità di cui è circondato.
Tutti i fratelli ne soffrono e in ogni romanzo a loro dedicato il tema principale affrontato dall’autrice è quello di trovare l’amore in quanto individuo e non nell’essere un membro della famiglia Brigerton.

Daphne è la protagonista della prima stagione della serie tv. Lei vuole trovare un marito da amare e con cui creare la propria famiglia, così come ha visto nell’esempio dei propri genitori. È intelligente e caparbia, e non si accontenterà di certo del primo sbruffone ubriaco che le farà la corte.

E fin qui, potrei azzardarmi a dire che la nostra protagonista è come la ricordavo nei romanzi. 

Ed invece no, si dimostra più frivola, più ingenua e quasi egoista e superba, evidenziando il fatto che essere una Brigertonn le aprirà ogni porta e che le farà ottenere quello che vuole.

E così quello che mi ha fatto apprezzare il personaggio viene oscurato da questo lato caratteriale che lascia l’amaro in bocca.

Simon… Simon ha tanti di quei problemi esistenziali che in tv non vengono affrontati come dovrebbero, e invece di concentrarsi sul non essere accettato e amato dal padre in quanto balbuziente, e sulla sua incapacità di accettarsi e paura di mostrare a Daphne la sua debolezza, tutto si concentra sul problema del colore della pelle dei duchi di Hastings.

Una scelta poetica della produzione televisiva che stravolge la fedeltà dell’ambientazione storica, inserendo invece elementi di contrasto che hanno scatenato l’opinione pubblica.

Non ho intenzione di soffermarsi su questa disputa, per quanto possa amare la storia inglese, non sono una studiosa e non posso né affermare né negare la versione sulle origini della regina, giustificherebbe alcune scelte che sono state riportate sul grande schermo.

Dico solo che non ho gradito molto, in quanto poteva essere fatto diversamente e non intenzionalmente per scatenare le polemiche ovvie che si sono scatenate.

Mi spiace che la temuta, arcigna e puntigliosa Lady Dunbury sia stata trasformata in una sorta di fata madrina. Amica della famiglia di Simon, lo consiglia e lo guida nel suo cammino e lo induce a cercare moglie, magari a scegliere Daphne come moglie. 

Di questa trasformazione ne sono rimasta frastornata e non l’ho gradita, perché mi immagino l’anziana lady in maniera diversa ed essenziale così come l’ha pensata l’autrice, per lo svolgimento delle storie future.

E che dire di Lady Whisteldown? A tutti piacerebbe scoprire chi è… e purtroppo è facilmente intuibile la sua identità.

E per dare un colpo di grazia è anche svelata nell’ultima puntata, anticipando troppo un’informazione che fino al quarto romanzo non viene svelata.

E allora come si spiega l’enorme successo?
Vi rispondo con un’altra domanda: come mai 50 Sfumature di grigio e seguiti hanno avuto così tanto successo?

C’è una credenza sbagliata: il genere romance viene declassificato a semplice lettura di evasione, che si rivolge a casalinghe insoddisfatte, che hanno bisogno di evadere dalla realtà, represse sessualmente che cercano di soddisfare le loro voglie sessuali immergendosi nella lettura e nella visione di libri e film di genere.

E pertanto si esaspera il genere, ridicolizzandolo e facendolo diventare trash. 
E così la polemica che alza gli ascolti è assicurata.

Non voglio criticare nessuno di chi ha amato la serie.

Ciascun telespettatore ha i propri gusti e devono essere rispettati.
Però – e qui parlo da donna incazzata – se certa gente ha sbavato eccitata dopo la scena in cui il duca di Hastings lecca in maniera ridicola il cucchiaino del dolce a casa Brigerton, chiedo a quelle stesse persone, di non incazzarsi se poi il genere romance viene declassificato e considerato spazzatura.

Ogni genere letterario nasce con delle precise caratteristiche e ha un pubblico di riferimento. 
I gusti dei lettori sono tanti e vari, e anche i motivi che lo avvicinano al testo scritto o a una trasposizione televisiva e cinematografica.
Ci sarà sempre qualcuno che ne approfitterà per usare il successo di un libro o di un film per sfruttarne il puro potere economico e, con la serie Brigerton è stato fatto esattamente questo.
Che piaccia o meno non ha importanza, quello che conta è capirne la ragione.

Ci sono tante saghe familiari pubblicate ne I Romanzi Mondadori, speriamo che – secondo i miei gusti – non diventino inguardabili anche quelle.

Io continuo a preferire la serie di libri, che continuo a leggere con piacere per la freschezza con cui sono affrontati anche temi importanti. Continuo ad applaudire l’autrice Julia Quinn.

Una seconda stagione della serie TV? Non l’aspetto, spero che non la realizzino e se dovesse accadere, di sicuro non mi soffermerò a guardarla.

/ 5
Grazie per aver votato!