Una brava madre di Elisabetta Cametti

Una brava madre di Elisabetta Cametti

Si inizia il mese di Dicembre con la recensione di un bellissimo thriller. Posso ammettere che ammiro molto Elisabetta Cametti come autrice e leggo i suoi titoli con molto piacere, così com’è stata la lettura de Una brava madre per Edizioni Piemme il suo ultimo romanzo.

Fabrizio Ravizza e Aria si sono incontrati solo una volta. Lui è un editore di successo, appartenente a un’importante famiglia milanese, lei una tatuatrice molto seguita sui social, che vuole cancellare il proprio passato.
Pochi giorni dopo quell’incontro, Fabrizio svanisce senza lasciare traccia. Della sua storia si occupa Giorgia Morandi, la conduttrice del programma televisivo che ha colmato il vuoto istituzionale in tema di persone scomparse. Per lei ogni caso è una missione, ogni vita un enigma da risolvere. E non si ferma alle apparenze, nemmeno quando la famiglia di Fabrizio sostiene che si sia allontanato volontariamente.
Aria viene trovata accanto al cadavere di un uomo, in una stazione di servizio abbandonata. Impugna l’arma del delitto e confessa l’omicidio. Ha evidenti disturbi della personalità e si sospetta che abbia ucciso altre volte: i media la soprannominano “la serial killer dell’inchiostro”, la procura la considera un soggetto socialmente pericoloso. Ma Annalisa Spada, capo della Squadra Mobile di Milano, non crede nella sua colpevolezza.

Due casi paralleli.
Due strade lastricate di bugie, tradimenti e verità inconfessabili.
Un unico segreto, taciuto per oltre trentacinque anni.
Elisabetta Cametti, una delle massime esperte di true crime in Italia, affonda gli artigli nelle pieghe più oscure della mente criminale. E ci mostra che il male è ovunque. Anche qui e ora.

Qual è il ruolo di una madre?

Siamo ancora ancorati all’idea antica di donna come anima del focolare domestico, che deve prendersi cura in toto del marito, della casa e dei figli annullandosi in questi ruoli e perdendo la propria identità di persona?

Oppure siamo aperti alla nuova visione di madre, che può e deve realizzare le proprie aspirazioni professionali, prendersi cura della famiglia ma soprattutto di se stessa senza rinunce e sacrifici estremi?

In quale di questi due esempi possiamo inquadrare il significato di brava madre?

In nessuna delle due, perché prima dovremmo essere in grado di spiegare cosa sia una brava madre.

E sfido chiunque a trovare una definizione univoca e che soddisfi tutti.

Elisabetta Cametti, al di là della storia, mette in evidenza questo problema nel suo libro: il concetto di brava madre, confrontando tante figure di madri, con caratteri completamente opposti, spinte dalle idee e dai desideri più diversi e che compiono le scelte più normali o efferate che possano esserci.

Tutte insieme, però si ritrovano a confrontarsi mostruosamente tra loro, senza la possibilità di nascondere difetti e perversioni, né di celare sotto un velo di coraggio insicurezza, debolezze o paura.

Le loro storie si intrecciano tra le indagini di Annalisa Morandi alla ricerca di un assassino e le ricerche di Giorgia per ritrovare un uomo misteriosamente scomparso.

L’autrice in Una brava madre riesce magistralmente a raccontare la storia di ogni donna coinvolta, passando dall’una all’altra durante tutta la narrazione, dandole in quel momento il ruolo di protagonista, a senza ecclissare le altre, le indagini e il mondo narrativo in cui vivono.

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Ogni elemento è importante e contribuisce a consolidare la storia, a renderla coerente e reale, affinché il lettore possa immedesimarsi in essa e nelle emozioni dei protagonisti.

Annalisa e Giorgia diventano delle amiche, delle cui ascoltiamo i pensieri e le riflessioni come se fossimo insieme a loro, comprendendone le scelte a volte difficili, le insicurezze e i dubbi, ma anche ricevendo dal loro comportamento coraggio e incitamento a non avere paura.

Elisabette riesce a smontare l’animo marcio dei suoi personaggi, confutando la tesi secondo cui il frutto non cade mai lontano dall’albero.

È vero che non possiamo decidere da quale madre avere in dono la vita né da chi essere cresciuti, siamo succubi del destino in questo frangente; ma possiamo decidere chi vogliamo essere e come vogliamo vivere.

Impresa assai ardua, ma il passato e il contesto sociale in cui cresciamo forgiano i caratteri, dobbiamo essere noi i combattenti, i ribelli, insomma a fare la rivoluzione per il nostro bene.

Una brava madre di Elisabetta Cametti è un romanzo forte, brutale, pungente che abbatte il politicamente corretto che spopola ultimamente ovunque.
Offende, giudica e punisce senza guardare in faccia il ceto sociale, la qualità e la popolarità di una madre o il numero degli zeri del suo conto corrente.

Non esistono e non ci devono essere mezze misure per mostrare la verità e la malvagità delle persone, ma nemmeno per elogiare donne coraggiose che sanno essere madri donando sempre amore non solo ai propri figli ma a qualsiasi essere vivente.

Una brava madre è un romanzo attuale e lo rimarrà per anni o forse per sempre, perché sarà impossibile non immedesimarsi nella storia che racconta, ritrovando dei tratti comuni sia nelle figure di madri che di figli.

Sono ruoli difficili da interpretare e non potrà mai esserci la perfezione, ma ricordiamoci che non dovrebbe mai mancare l’amore puro e sincero, il rispetto, la comprensione e l’altruismo… se mancano iniziamo a farci delle domande e ad allontanarci da legami malati e folli.

Buona lettura.

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Copia ARC fornita dall’Ufficio Stampa dell’autrice ai fini promozionali.

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