L’imprevedibilità del bene di Angelo Longoni

L’imprevedibilità del bene di Angelo Longoni

Anche le blogger hanno le proprie letture personali, e oggi vi parlo del primo romanzo acquistato durante le vacanze di Natale, il thriller L’imprevedibilità del bene di Angelo Longoni.

Franco Rocchi è un attore diventato una star televisiva interpretando il commissario Cardone. Ora però il suo matrimonio è al capolinea e la nuova stagione è stata cancellata. Anche il suo migliore amico, Daniele Lucci, regista della stessa serie, è disoccupato, ma almeno può gioire per l’esito della TAC che ciclicamente decreta l’assenza del cancro contro cui combatte da anni. 
Ma il caso sta per cambiare ancora la loro vita. Nel tentativo di ricostruire la dinamica di un banale incidente nel quale è coinvolto il padre di Franco, i due subiscono un’imprevista aggressione, e vengono in possesso di una grossa somma di denaro, oltre a fotografie e video che testimoniano una rete di loschi traffici. Contemporaneamente, in diverse parti del mondo, avvengono alcuni omicidi: uno stilista a Parigi, un industriale tedesco a l’Havana, un mediatore culturale a Milano, un cantante a Roma. 
Daniele e Franco capiscono che c’è un filo che lega tutto, quando vengono contattati da un uomo misterioso che si offre di aiutarli. Sullo sfondo di una Roma cupa e violenta, tra fughe rocambolesche, sparatorie e cambi d’identità, emerge un piano internazionale dai confini ambigui. A cosa è disposto un uomo per difendere la propria famiglia? E nella lotta spietata tra bene e male chi è davvero innocente? 
Con la sua scrittura immersiva, dal ritmo serrato e cinematografico, Longoni costruisce un thriller mozzafiato che cattura il lettore dalle primissime pagine fino a uno spiazzante colpo di scena. Un romanzo che ci rivela quanto sia impalpabile il passaggio tra realtà e finzione e come le vicende più paradossali siano in verità solo il riflesso della cronaca più truce.

Che cosa possono avere in comune quattro omicidi in quattro città diverse del mondo e un incidente in macchina di un anziano signore? Apparentemente niente, ma ben sappiamo che il battito d’ali di una farfalla può causare un uragano dall’altra parte del mondo.

È ciò che accade nelle vite di Daniele e Franco, regista e attore disoccupati, amici che si ritrovano senza volerlo in un intrigo internazionale più grande e incomprensibile che niente ha da invidiare alle sceneggiature che li ha visti colleghi di lavoro.

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La narrazione si alterna tra i vari personaggi coinvolti nella storia, ma soprattutto tra Daniele e Franco, grazie all’utilizzo di capitoli brevi che raccontano le avventure dei personaggi.

Storia e vicende personali si intrecciano e si amalgamano costantemente; i protagonisti agiscono spinti dall’istinto e dall’impulsività del momento, e solo quando si ritrovano in situazioni estreme si fermano per riflettere sul da farsi.

Riflessioni e spiegazioni che però il lettore riceve dall’amico di turno, che analizza il comportamento, analizza l’altro e cerca di dare una spiegazione da trattato psicologico del comportamento del coprotagonista.

Anche i dialoghi non aiutano nel comprendere i personaggi, che sembrano non voler assolutamente instaurare un rapporto con il lettore, lasciandolo a guardare quello che succede.

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Il tema affrontato è scottante e fin troppo attuale, del quale non si può avere una visione in bianco o in nero, ci sono sempre e solo quelle sfumature grigie che giustificano l’azione del momento, per raggiungere un bene più grande.

Non esiste l’etica e la correttezza in questo romanzo, e i due protagonisti ne restano sconvolti ma agiscono di conseguenza, accettando tacitamente e passivamente la situazione.

L’autore si dilunga troppo sui pensieri dei protagonisti, che riportano solo all’analisi dei caratteri ora di Franco ora di Daniele e non a sviscerare la situazione in cui si trovano o un finale da sceneggiatura televisiva.

In questo modo la storia rallenta e diventa noiosa, i personaggi poco attendibili e sicuramente non incisivi e il tutto si dimentica appena si volta l’ultima pagina del libro.

L’imprevedibilità del bene è una storia terribilmente drammatica, triste e vera, che si fatica ad accettare ma che si vuole ignorare facilmente perché è scomoda e sporca.
Avrebbe pertanto meritato più attenzione di quella che gli è stata data, più tatto, ma soprattutto più incisività.

Una lettura alquanto deludente.

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