Ferryman. Esuli nella notte di Claire McFall

Ferryman. Esuli nella notte di Claire McFall

Ferryman – Esuli nella notte di Claire McFall è il terzo capitolo che chiude la saga fantasy di Claire McFall che reinterpreta in chiave moderna il mito di Caronte e dei trasportatori di anime.

Dopo Amore eterno e Oltre i confini, il terzo e ultimo capitolo della trilogia bestseller di Claire McFall. Si conclude in bellezza l’epica storia di Dylan e Tristan, riscrittura moderna del mito di Caronte e storia d’amore che arriva oltre la morte attraversando i confini dell’aldilà.
Dylan e Tristan vivono insieme e si godono la normalità della loro adolescenza, anche se l’Inquisitore permette loro di restare nel mondo dei vivi solo a patto che l’equilibrio con la terra perduta venga mantenuto. Sfuggendo alla morte, infatti, hanno inflitto un irreparabile danno al velo che separa i due mondi, ed è fondamentale che gli spettri che infestano l’aldilà non superino il confine che li separa dalla realtà. Quando però inspiegabili incidenti e inquietanti apparizioni sconvolgono la popolazione, e anche i genitori di Dylan finiscono nella terra perduta, Dylan e Tristan sono chiamati a prendere una terribile decisione: lasciare che delle anime innocenti paghino il prezzo del loro amore, oppure sacrificare la loro felicità e separarsi per sempre.
In questo ultimo e avvincente volume della saga, Claire McFall sovverte le regole del mondo che ci ha raccontato finora e ci trascina in un’inedita terra perduta, abitata da mostruose creature e pericolosa come non mai: riusciranno Dylan e Tristan a superare gli ostacoli e a restare insieme, sconfiggendo la morte?

Dopo Ferryman – Amore eterno & Ferryman – Oltre i confini aspettavo con curiosità il terzo libro Ferryma – Esuli nella notte di Claire McFall per conoscere il destino di Dylan e Tristan e scoprire come avrebbero sconfitto la morte, riportando nelle loro vite un barlume di normalità.

Il ritorno di Dylan e Tristan sulla terra ha scombussolato gli effimeri equilibri del mondo post morte, quello dove i trasportatori di anime sono forti e quasi invincibili, pronti a tutto per far sì che le anime che vengono loro affidate, raggiungono il destino ultimo che li attende, senza che l’oscurità li ingoi.

Ferryman – Esuli nella notte riprende la storia esattamente da dove e quando si era conclusa quella del secondo volume, mostrando immediatamente il pericolo che i due protagonisti si sono portati come souvenir.

Gli spettri hanno oltrepassato il confine che divide i due mondi, i Traghettatori si ritrovano ad attraversare una terra desolata diversa, ricca di nuove creature mostruose che prima non c’erano e che impediscono alle anime di raggiungere l’Aldilà. E il patto con l’Inquisitore sembra non avere più valore.

Dylan e Tristan per buona parte della storia sono ignari di quello che sta accadendo, quando invece visto i precedenti romanzi, ne dovrebbero avere immediatamente la percezione e intervenire per impedire che gli spettri possano fare del male agli umani.

Invece la traghettatrice Susannah non riesce a comprendere che stia accadendo nella terra desola, che non riesce più a comprendere nè a proteggere l’anima a lei affidata.

La narrazione si sposta tra i due mondi, raccontando le vite normali di Dylan e Tristan, che appaiono ripetitive e noiose, più concentrate sull’essere adolescenti addormentati come i propri coetanei che concentrati sull’importante missione che hanno preso in carico dall’Inquisitore.

Messi di fronte all’inevitabile, però poi improvvisamente si svegliano, e Dylan prende in mano da grande guerriera la situazione e agisce istintivamente senza pensare per proteggere le anime dei genitori, infischiandosene delle conseguenze.

Per un paio di capitoli la narrazione quindi cambia ritmo, diventando adrenalina, imprevedibile, e si prospettano scene ricche di azioni all’orizzonte per un finale esplosivo.

Invece tutto torna ad essere piatto, allungato, senza una costruzione ben studiata che colleghi le storie di tutti i personaggi, il motivo della loro presenza in un determinato luogo, e un filo che li guidi verso il finale.

Ferryman – Esuli nella notte non riesce ad aggiungere nuovi elementi ai due capitoli precedenti, a parte una conclusione scontata che già era stata svelata con le scelte eroiche di Dylan nel primo volume.
La trilogia si siede, perde intensità ed epicità, come se l’autrice non riuscisse più a mettere insieme le idee per la terza avventura dei suoi personaggi, che tornano ad esserne protagonisti solo nelle battute finali.
Gli elementi e i presupposti per creare un’avventura unica, che si sviluppava al confine dei due mondi non mancavano, ma l’autrice non è stata capace di combinarli insieme, per regalarci una storia in grado di dare veramente nuova linfa al mito del Traghettatore di anime che è sempre stato visto sempre più come accessorio che come protagonista.

Buona lettura!

Copia ARC fornita dalla Casa Editrice ai fini promozionali.

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