Final Fantasy VII – Remake

Final Fantasy VII – Remake

Introduzione

Era il lontano 1999 quando finalmente mi regalarono per il mio compleanno la mia prima console: la Playstation one.

Avevo visto in negozio il gioco di Final Fantasy VII e mi aveva colpito, così ci rimasi male quel sabato pomeriggio quando andai a comprare il mio regalo e non lo trovai.

La commessa del negozio mi propose il titolo successivo Final Fantasy VIII, dicendomi che il titolo era lo stesso e non c’era differenza tra VII e VIII… beata ignoranza!

Ora la perdono e la ringrazio, perché grazie alle sue parole mi portai console e gioco a casa e mi innamorai della saga.

E quindi appena Square Enix lanciò il remake di Final Fantasy VII, di quel gioco che avevo tanto desiderato comprare e mai più trovato in commercio (all’epoca non c’erano molti posti in cui acquistarli e se l’unico negozio che vendeva videogame li terminava, non ne ordinava altri), l’ho preso immediatamente, considerandolo un segno: io dovevo giocarlo.

Sin da subito sono stata consapevole che la storia era diversa, ma questo non mi ha scoraggiata o demoralizzata, forse è stato un bene evitando di fare paragoni con i ricordi che avrebbero potuto offuscare la mia razionalità.

Ovviamente dopo averlo terminato ho fatto le ricerche del caso, cercando tutte le differenze e le similitudini. E non sono rimasta affatto delusa.

Recensione

Gioco vecchio ma giocatrice nuova oppure gioco nuovo e giocatrice vecchia? Siccome la parola vecchia insieme alla mia persona nella stessa frase mi fa storcere il naso, evitiamo di usarla…

L’unica cosa che è importante in questo momento è parlare di Final Fantasy VII Remake: la storia del mercenario di un’organizzazione ecoterrorista- chiamata Avalanche – Claud che lotta contro la Shinra e il potente Soldier Sephiroth.

Sembra tutto facile, ci sono le fazioni ben distinte che combattono tra loro.

Ma non è così semplice.

Ciascun personaggio di cui faremo conoscenza ha un passato più o meno noto, e un motivo per far parte dell’una o dell’altra fazione e combatterne i nemici.

Il gioco ci fa padroneggiare immediatamente Cloud spiegandoci come attaccare e difenderci, come recuperare oggetti dai forzieri e come destreggiarci fra le varie abilità, e con l’aiuto del team porteremo avanti e compiremo l’incarico per cui siamo stati pagati.

Cloud però è taciturno e quasi misterioso, non vuole lasciarsi andare a confidenze personali, nemmeno con la sua vecchia conoscenza Tifa, e questo non lo rende diverso dai protagonisti delle altre saghe che l’hanno preceduto.

Cloud sa di avere grandi responsabilità, che la sua lotta è qualcosa di più di una semplice ribellione, che da lui dipende il destino di tante persone e di tutto il pianeta.

Un destino di guerriero incombe su di lui, che coinvolgerà chi deciderà di seguirlo e così sarà responsabile della loro sorte e del loro benessere.

Il gruppo diventa qualcosa in più, una stramba famiglia che si vuole bene e si sostiene, credendo e fidandosi di ciascun competente, per tutto il viaggio che li porterà alla meta finale.

Questa è la storia, ma il gioco?

Dopo la prima missione in cui Cloud apprenderà le tecniche basilari per combattere, arriverà il momento di equipaggiare oggetti e magie e di farle evolvere raccogliendo punti esperienza nei combattimenti.

Un giocatore lo sa, in un titolo di Final Fantasy, non mancano le possibilità di evolvere il personaggio. Abbiamo già citato i combattimenti, ma ci saranno per noi disponibili le missioni secondarie che ci permetteranno di recuperare oggetti rari e aiuti potenti… esatto proprio loro le summon materia come Ifrit, Shiva, Leviathan, Bahamut e compagnia bella, che potremmo evocare durante i combattimenti.

Quanto le adoro!

Il sistema di combattimento è completamente differente dal classico gioco di ruolo a turni della prima versione e ammetto per fortuna, a me non piace molto e in molte occasioni l’ho proprio odiati negli altri titoli della saga che ho giocato.

Però non perde del tutto la sua caratteristica dei turni ma è tutto reso più snello e veloce, intuitivo ed efficace, diventando più action e strategico. Insomma hai poco tempo per studiare il nemico, scovarne i punti deboli e mettere in atto la tua strategia migliore.

Giocheremo in cooperativa con altri membri del team e potremo avere il loro supporto o lasciare che loro combattono mentre noi riprendiamo fiato.

Che dire? Assolutamente fantastico giocare in questo modo. Sei completamente coinvolto nel combattimento, vivi quasi l’adrenalina di Cloud come se fossi tu sul campo e quando sconfiggi un boss esulti per la tua bravura.

Conclusioni

Final Fantasy VII Remake è una storia di crescita personale, di amicizia, di senso del dovere e di grande consapevolezza del mondo in cui si vive e delle sue esigenze. Insegna a combattere in quello che si crede, ad avere valori, a non dare mai niente per scontato.

Il gioco in tutte le sue parti è una perfetta rivisitazione in chiave moderna di una storia che è stata amatissima e che ha lasciato il segno nel cuore dei suoi giocatori.

Sebbene la storia sia stata rivista e modificata, scatenando le ire di tanti, c’è da comprendere che l’originale avrebbe causato non poche polemiche soprattuto in alcuni avvenimenti che in passato erano fatti normali in videogioco, in un film o perfino un cartone animato, ma che oggi avrebbero creato solo polemiche discriminatorie inutili e futili.

A me non è dispiaciuta la nuova piega che si è voluto dare alla narrazione e non vedo di giocare i prossimi due capitoli, per scoprire che cosa accadrà ai nostri eroi e come riusciranno a salvare il pianeta.

Semplicemente un gioco perfetto.

Voto

5/5

Note

In attesa di Final Fantasy VII Rebirth, vi consiglio di giocare al prequel che vi sarà molto utile per comprendere parti salienti della storia soprattutto se non conoscete il gioco originale: Crisis Core Final Fantasy VII Reunion.


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