La città vuota di Elia P. Ansaloni

La città vuota di Elia P. Ansaloni

Grazie a Delrai Edizioni il blog oggi partecipa al Review Tour organizzato per il thriller La città vuota di Elia P. Ansaloni. Mi sarà piaciuto il libro? Avrò scoperto chi è l’assassino? Per saperlo dovete continuare la lettura. A presto.

Modena, 2013. 
Il cadavere di una ragazza viene ritrovato in piena estate nei pressi del Parco Amendola, tra lo sconcerto e l’incredulità delle autorità e dei suoi vecchi compagni di liceo. 
Giada non aveva nemici, era una persona ordinaria, dalla vita altrettanto normale. Perciò la notizia passata in Tv sconvolge Lucrezia, subito contattata dagli amici di sempre per discutere insieme delle indagini in corso. 
Alessandro e Sergio, Ander e Matilde sembrano non essere indifferenti alla vicenda e alle dinamiche che stanno sconvolgendo la loro quotidianità. Mentre la città, afosa e soffocante d’umidità, non riesce a capacitarsi dell’accaduto, i ragazzi riflettono sul lontano 2008, su ciò che successe allora. 
Che la morte di Giada abbia qualche legame con quella di Federico, affogato per disgrazia la notte della festa dopo la maturità?

recensione del blog.

Delrai Edizioni esordisce nel mondo del genere thriller con questa pubblicazione dal carattere tutto italiano. Già è difficile scrivere una storia e pubblicarla cercando di arrivare al cuore dei lettori, con un giallo diventa doppiamente difficile e complicato perché con le proprie parole l’autore deve coinvolgere la mente e indirizzare il lettore ad un determinato ragionamento psicologico per seguire l’intreccio della storia e arrivare con la lettura alla conclusione cui l’autore voleva portarlo sin dalle prime battute.
La città vuota esordisce bene. In una città desolata, Modena, a causa del caldo afoso estivo, la gente parte per mete più fresche e piacevoli, lasciando i pochi abitanti a sopportare i 40° all’ombra. Quale migliore ambientazione per un delitto. Troppo presi a trovare un rifugio al fresco chi può interessarsi alla morte di una ragazza? 

Tante volte, tutti ci siamo chiesti come fosse vivere un momento di azione e celebrità, come in televisione in un film o una serie tv, ma poi siamo sicuri che sarebbe proprio come in TV? La vita reale è ben diversa.
Come scoprono i personaggi di questo libro, stravolti in pochi secondi dalla notizia al TG che una loro amica è stata ritrovata cadavere.
Chiedersi chi è l’assassino non è la prima domanda che si pongono… ma invece è Com’è potuto accadere?

E da questo momento ha inizio il giallo e le indagini per scoprire se questa morte ha un collegamento con una tragedia del passato. Tra continui flashback l’autore ci conduce attraverso due filoni narrativi temporali diversi: il passato e il presente per farci conoscere i personaggi, raccontarci della tragedia passata per indagare sul presente e scoprire il nome del colpevole.

Da un dettaglio accennato più volte si capisce immediatamente il colpevole. Non vi dico chi è, però avendolo scoperto, perché era impossibile che fosse un’altra persona, la lettura è andata avanti fino alla fine del libro con rilento e chiedendomi sempre a cosa servissero i continui cambi temporali, per leggere di alcuni episodi dai vari punti di vista dei personaggi che si sono improvvisati detective, ma mai soffermandosi su un avvenimento che potesse collegare le due morti che li coinvolge tutti.

La narrazione procede per tutto il libro alternando i vari punti di vista dei personaggi. Sergio e Ander si improvvisano investigatori, quasi intralciando le indagini delle autorità che… a proposito dove sono le forze dell’ordine? Possibile che compaiono una sola volta per un interrogatorio quasi banale e poi non “indagano” più? Mi sembra una mancanza non di poco conto per un romanzo di genere.

Le loro indagini sono anche un pò inverosimili. Faccio un esempio: dopo un flash back sul passato, la narrazione riprende il presente e immediatamente uno dei due ha “l’intuizione” che lo porta a compiere delle azioni per trovare l’indizio che lo porterà alla mossa successiva. Perdonatemi ma io ancora devo capire in che modo l’avvenimento del passato sia riuscito a dargli l’incipit, semplicemente perché non ho riscontrato un filo logico che tenesse insieme ogni tassello della storia.

Non ho riscontrato nemmeno troppi coinvolgimenti emotivi da parte dei personaggi. Sono sembrati scossi solo nel momento in cui la loro quotidianità è stata stravolta dalla notizia della morte della loro amica, al funerale e poi procedono indifferenti e freddi, fino alla conclusione del caso.

E da questo momento ha inizio il giallo e le indagini per scoprire se questa morte ha un collegamento con una tragedia del passato. Tra continui flashback l’autore ci conduce attraverso due filoni narrativi temporali diversi: il passato e il presente per farci conoscere i personaggi, raccontarci della tragedia passata per indagare sul presente e scoprire il nome del colpevole.

Da un dettaglio accennato più volte si capisce immediatamente il colpevole. Non vi dico chi è, però avendolo scoperto, perché era impossibile che fosse un’altra persona, la lettura è andata avanti fino alla fine del libro con rilento e chiedendomi sempre a cosa servissero i continui cambi temporali, per leggere di alcuni episodi dai vari punti di vista dei personaggi che si sono improvvisati detective, ma mai soffermandosi su un avvenimento che potesse collegare le due morti che li coinvolge tutti.

La narrazione procede per tutto il libro alternando i vari punti di vista dei personaggi. Sergio e Ander si improvvisano investigatori, quasi intralciando le indagini delle autorità che… a proposito dove sono le forze dell’ordine? Possibile che compaiono una sola volta per un interrogatorio quasi banale e poi non “indagano” più? Mi sembra una mancanza non di poco conto per un romanzo di genere.

Le loro indagini sono anche un pò inverosimili. Faccio un esempio: dopo un flash back sul passato, la narrazione riprende il presente e immediatamente uno dei due ha “l’intuizione” che lo porta a compiere delle azioni per trovare l’indizio che lo porterà alla mossa successiva. Perdonatemi ma io ancora devo capire in che modo l’avvenimento del passato sia riuscito a dargli l’incipit, semplicemente perché non ho riscontrato un filo logico che tenesse insieme ogni tassello della storia.

Non ho riscontrato nemmeno troppi coinvolgimenti emotivi da parte dei personaggi. Sono sembrati scossi solo nel momento in cui la loro quotidianità è stata stravolta dalla notizia della morte della loro amica, al funerale e poi procedono indifferenti e freddi, fino alla conclusione del caso.

In Sintesi… 

La città vuota è un titolo esordiente nel mondo del thriller, con una buona ambientazione che crea una metafora tra questa e una società che molto spesso è indifferente a quelle che accade attorno.
Una storia che si limita ad esporre uno dei tanti casi della cronaca nazionale, tralasciando gli approfondimenti psicologici dei personaggi coinvolti, senza dare un senso logico alle indagini e rendendo il romanzo più simile a un diario / documentario.

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