Se camminare fa troppo rumore di Giusi D’Urso

Se camminare fa troppo rumore di Giusi D’Urso

Iniziamo la settima e il mese di Luglio con una recensione e oggi voglio parlarvi del romanzo Se camminare fa troppo rumore di Giusi D’Urso per Il Ramo e la foglia Edizioni.

Da una stanza con una finestra troppo alta, attraverso una narrazione che alterna lucidità e delirio, una donna ricompone la sua vita di fatiche e traumi, in una città, Pisa, che sente inospitale. Ne fa un racconto frammentato in cui tempi e spazi si sovrappongono e si intrecciano in un rompicapo che si risolve nelle ultime pagine del libro. Se camminare fa troppo rumore racconta la difficoltà e la fatica di diventare adulti in una famiglia segnata dalla follia e dal modello patriarcale. Attraverso il racconto della battaglia che la protagonista ingaggia con sé stessa, con gli ostacoli e con la città, questo romanzo ci mostra le storture di una società indifferente e inadeguata di fronte al disagio psichico e al dramma esistenziale che ne consegue. «La casa non protegge mai in questa storia, ma è il luogo chiuso dei rapporti malati. Un romanzo umido, di un’esistenza che corre e non vede mai la luce del sole» (Veronica Galletta).

La casa, il luogo in cui ogni essere umano dovrebbe sentirsi al sicuro, protetto e amato è l’elemento centrale del romanzo Se camminare fa troppo rumore di Giusi D’Urso.

La casa come fulcro attorno a cui far crescere la propria famiglia, la casa come edificio che ci protegge dalle intemperie esterne, la casa come famiglia i cui membri sono le persone più importanti della nostra vita.

Un luogo idilliaco dove niente e nessuno può farci del male. La cronaca nera, però, racconta un’altra verità, che spesso proprio nell’intimità della casa nascono e si sviluppano i più atroci episodi di malvagità psicologica e fisica nei confronti dei suoi abitanti, spesso dai risvolti più drammatici.

Giusi D’Urso racconta con molta lucidità questo paradosso irrisolvibile, a cui non si riesce a trovare né una giustificazione né una soluzione.

Come la sua protagonista Sofia cammina nel silenzio della notte tra i corridoi della sua casa analizzando i ricordi, Giusi guida il lettore attraverso una lunga passeggiata tra i ricordi della sua protagonista, affinché entrambi possano analizzarli in maniera più matura e attenta, scoprendone i vizi di forma, le incongruenze e le bugie celate dall’innocenza infantile di Sofia.

Che cose rompe gli equilibri precari della mente di Sofia? Un ricordo o un evento che sconvolge tutto, che abbatte quella casa che in fondo non l’ha mai protetta svolgendo solo la funzione di testimone silenziosa e inerme.

Se da bambina innocente Sofia accettava senza fare domande atteggiamenti non trasparenti che viveva tra i genitori, come la sottomissione della madre al volere del padre, o alle tante cose che la donna non raccontava e nascondeva come segreti al marito per evitarne le reazioni eccessive; da adulta ne assapora invece le contraddizioni e la loro natura errata.

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E così rivivendole, le vede in maniera diversa, ne scorge l’insensatezza ma soprattutto svela quella verità dolorosa e inaccettabile che la sconvolge irrimediabilmente, senza darle la possibilità di salvarsi dall’onda del tornado che la travolge.

In Se camminare fa troppo rumore, l’autrice non vuole dare una giustificazione al comportamento della sua protagonista, né vuole renderla vittima delle sue azioni. E il suo intento non è nemmeno quello di giudicare il comportamento della madre, di incolparla di non aver fatto niente per proteggere se stessa e la figlia.

Il romanzo è uno spaccato triste di una realtà che oggi non dovrebbe esistere ma che invece è presente nella vita reale.

Per ignoranza, per paura o semplicemente per un’educazione derivante da un contesto sociale arretrato, sono realtà che esistono e che continueranno a proliferare fino a quando TUTTE le vittime di tali situazioni non avranno il coraggio di dire NO e BASTA, di ribellarsi senza paura e sicure di essere protette e aiutate da chi di dovere, e non essere più sottomesse al volere di chi le considera solo come una proprietà.

Utopia? Forse.

Chi non vive determinate situazioni non può comprendere i pensieri e i comportamenti delle vittime di molestie domestiche e l’autrice ce lo racconta con molta discrezione e delicatezza, senza invadere quel fragile e precario equilibrio nei pensieri di Sofia, che non riesce a razionalizzare la verità e reagisce al dolore senza riflettere o trovare una seconda via.

Se camminare fa troppo rumore di Giusi D’Urso è un romanzo che urla forte, per rompere le barriere del silenzio e dell’indifferenza di una società che si ferma alla bellezza e felicità false dei social, e che non ha il coraggio di ascoltare le richieste di aiuto provenienti dall’interno delle solide pareti di una casa.

Un libro che vi consiglio di leggere a cuore aperto per riuscire a percepire quelle richieste silenziose che ci circondano e che senza volerlo facciamo finta che non esistano.

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