Memorie di un’avventuriera di Emanuela Monti è un romanzo storico liberamente ispirato alla vita di Aphra Behn, una donna che nel Seicento seppe andare contro le convenzioni che relegavano le donne, nell’Inghilterra di quell’epoca, in un ruolo marginale nella vita sociale e culturale, infatti, aristocratiche o borghesi che fossero, le donne avevano come unica prospettiva quella di diventare buone mogli.
Aphra Behn fu forse una delle prime femministe della storia, riuscì a diventare la prima donna della letteratura inglese a guadagnarsi da vivere come scrittrice, producendo opere in versi e in prosa e componendo opere teatrali. Ma ricevette accuse di oscenità e libertinaggio a causa del loro contenuto esplicito riguardo a relazioni sessuali e prostituzione; quando, invece, per uno scrittore uomo introdurre tali temi nelle proprie opere era considerato semplicemente un segnale di conoscenza del mondo.La vita di Aphra Behn fu anche avventurosa, visse per un certo periodo nelle colonie del Suriname, dove si trasferì con la propria famiglia affrontando l’attraversata dell’Oceano Atlantico. Fu anche arruolata come agente segreto al servizio di re Carlo II per la qual cosa si trasferì ad Anversa. Insomma, fu una donna che decise di non sottostare al maschilismo imperante pagando, talvolta a caro prezzo, la propria libertà e, proprio per questo, ancora oggi è un esempio per tutti noi che desideriamo l’uguaglianza di genere e il superamento di ogni discriminazione che ancora, purtroppo, persiste nelle società odierne.
La vicenda di Aphra Behn è narrata prevalentemente sotto forma di mémoire in prima persona, con un linguaggio “parlato” diretto e attuale, pur con echi dello stile “storico”, e con un taglio psicologico che conferiscono al personaggio un carattere universale. Dal lavoro di accurata ricerca e dallo studio delle fonti primarie è scaturito un romanzo dalla struttura agile, in cui l’immaginazione dell’autrice, sia quando si arroga il diritto di colmare i “vuoti” biografici, sia quando si prende la libertà di scegliere tra le versioni contrastanti quella più adatta allo scopo, rimane sempre ancorata al principio della verosimiglianza e al valore della prospettiva storica.
«Provavo una sensazione elettrizzante al pensiero di avere l’arbitrio assoluto della mia vita. Non avevo né padre né marito né fratelli in età tale da potermi imporre la loro volontà o a cui dovessi rendere conto. E quella condizione di libertà avrei voluto conservarla per sempre. Ma questo sarebbe stato possibile soltanto se avessi trovato il modo di guadagnarmi da vivere. E nella Londra di quei giorni era un’impresa ancora più disperata del solito: la peste si stava diffondendo con allarmante rapidità.»
Un libro che la casa editrice Il ramo e la foglia Edizioni dedica volentieri a tutte le donne ma che ogni uomo dovrebbe leggere.
Buona lettura!
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