La musica del diavolo di Nicola Valentini

La musica del diavolo di Nicola Valentini

Carissimi amici e lettori, oggi il blog dedica la sua giornata alla Casa Editrice Leone Editore, con due recensione, la prima è dedicata al thriller La musica del diavolo di Nicola Valentini. Conoscete già l’autore? Cosa ne pensate dei suoi scritti? E cosa ne pensate di questo thriller? Fatemi conoscere il vostro parere, nell’attesa vi auguro buona lettura!

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1938. 
Il celebre bluesman Robert Johnson è morto, avvelenato per mano di un marito tradito. 
Tuttavia, il produttore musicale John Hammond non è convinto della versione ufficiale, e chiede al giornalista Russell McCain di indagare per suo conto. 
Giunto a Jackson, Mississippi, nel profondo Sud degli Stati Uniti, McCain farà i conti con la dura realtà della segregazione razziale e con la feroce violenza del Ku Klux Klan. 
Nel corso della sua indagine si imbatterà in una lunga lista di mariti traditi, colleghi gelosi e nella voce secondo cui Johnson avrebbe venduto l’anima al diavolo in cambio del successo. 
Erano tanti quelli che volevano il bluesman morto, e che ora cercano di non far venire alla luce la verità. 
E McCain scoprirà che, per raggiungere il suo obiettivo, deve giocare sporco quanto i suoi avversari.

recensione del blog.

La musica è un’arma potente, può raggiungere ogni cuore e mente senza distinzione, può parlare d’amore, di odio, di conflitti, di tristezza, di speranza, di sogni.

Non conosce limiti, se non l’incomprensione del suo vero messaggio da parte degli uomini e delle donne che l’ascoltano, usandola solo come sottofondo piacevole o alternativo al silenzio di una conversazione amichevole o al chiasso della solitudine.

«La protagonista sarà la musica nera americana, dal gospel al blues, dal jazz allo swing.» spiegò Hammond.

McCain non fu sorpreso. Aveva già sentito dell’impegno del suo interlocutore per i diritti civili dei neri. Si ricordò di aver letto una sua intervista in cui denunciava le gravi responsabilità di certi atteggiamenti nelle vicende che avevano condotto alla morte di una famosa cantante di colore.

«Non riesco a capire come si possa permettere che soffrano ancora, dopo tutto quello che hanno già subito con la schiavitù.

E la musica nera americana ha sempre avuto l’intenzione di tramandare ai posteri le condizioni della popolazione afroamericana, di denunciarne le condizioni, la tristezza, la privazioni e l’odio irrazionale nei confronti di persone che sono nate con un colore di pelle diversa e per questo sono diventati schiavi.

È quindi inaccettabile che le persone di colore possano mischiarsi con i bianchi, frequentare gli stessi ambienti, essere curati negli stessi ospedali, avere gli stessi diritti: sono due mondi separati e indistinti che devono stare lontani.

Come si fa a tenere le persone lontane le une dalla altre? Come si evita che socializzano tra loro, quando colore della pelle, nazionalità, fede religiosa e credo politico non sono visti come un ostacolo ma solo un qualcosa da tenere per sé?
Oggi la risposta sarebbe il distanziamento sociale causa la pandemia di Covid in corso.
Ma nel 1938?
Un secolo prima?
Un millennio prima

L’ignoranza e la paura, e la necessità di dare la colpa a qualcuno dei problemi della popolazione sono sempre stati fatti scatenanti, di cui si sono serviti i potenti per controllare la massa, per dargli un colpevole da punire, per allontanarla dalla verità e nascondere così i più nefandi misfatti.
Trovato il colpevole, il passo successivo è l’odio, l’aggressione, l’oppressione e lo sterminio.
Che siano neri, ebrei o gli immigrati non ha importanza. 
La storia si ripete.
L’odio non conosce confini spazi temporali.
L’ignoranza non ascolta la razionalità, né le parole di pace, fratellanza e tolleranza.

La musica del diavolo vuole soffermarsi su questo aspetto di paura del diverso, di incomprensione tra popoli, e dell’incapacità di vivere civilmente senza sopraffare ora l’una ora l’altra etnia, che sembra innata nel genere umano.

Siamo nati come cacciatori preistorici, ma le condizioni di vita lo esigevano: o noi o gli animali fuori dalla nostra tana. Eravamo, all’epoca, solo animali che camminavano su due zampi in un mondo di animali più grandi di noi, e l’alternativa era portare la cena a casa o essere la cena di qualche altro animale.

Ma ci siamo evoluti e non abbiamo perso la nostra animalità.
Chiamatelo Ku Klux Klan, Nazismo, Terrorismo, Patto con il Diavolo o Setta la sostanza non cambia: un’etnia che vuole sottomettere tutte le altre, in qualsiasi modo e non sente ragioni di cambiamento. E chi è nel club ci resta fino alla morte, compreso i propri familiare.
Impossibile scappare? 
Impossibile sperare nel cambiamento?
Impossibile vivere civilmente e pacificamente?
Sì, finché la paura guiderà la massa.
No, se le persone impareranno ad ascoltare quelle canzoni strazianti, a farle entrare nel cuore, a trovare affinità con la propria condizione e si coalizzeranno per affrontare il vero cattivo, il vero usurpatore e lo combatteranno, sconfiggendolo non con le armi ma con l’amore.

Copia cartacea fornita dalla CE ai fini promozionali.

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