Una scheggia di tristezza purissima di Simona Matraxia

Una scheggia di tristezza purissima di Simona Matraxia

Una Londra di fine anni Cinquanta e un ispettore tormentato nel giallo Una scheggia di tristezza purissima di Simona Matraxia.

Una scheggia di tristezza purissima di Simona Matraxia

Londra, 1959.
L’inverno è iniziato male per Craig Thorne, ispettore della polizia di Bedford, impegnato senza troppo successo a rifarsi una vita nella capitale. È un’alba gelida di inizio dicembre quando gli viene affidata la sua prima indagine in quella città ancora sconosciuta: un atelier e una statua di marmo con le fattezze di una violinista che, però, con quel cadavere tra le braccia, assomiglia alla grottesca riproduzione di una Pietà. Le ipotesi dell’ispettore finiscono sempre per sbriciolarsi, fino a quando l’indagine, in un susseguirsi di colpi di scena, comincia a sprofondare nel passato della vittima. Ma mentre cerca di sciogliere questa inestricabile sciarada, Thorne, tra nuovi colleghi invadenti, quartetti di Brahms e un’amicizia spigolosa, deve avere anche il tempo, tra la sera e la notte, di affrontare i propri fantasmi.

TORINO, MARZO 2022 – Londra, dicembre 1959. L’ispettore Thorne è al suo primo caso in una città in cui si è appena trasferito. Un corpo viene ritrovato tra le braccia di una statua con le fattezze di una violinista. Chi è stato a commettere un simile orrore? Riuscirà Thorne a risolvere il caso e a fare i conti con i suoi fantasmi interiori? 

Il romanzo ha una cornice che fa pensare a un giallo “classico”: l’ambientazione londinese, un ispettore investigativo come protagonista e le atmosfere in bianco e nero. Ma in parallelo c’è la vicenda di un uomo che sarebbe potuta esistere indipendentemente dal giallo. «Il titolo è una citazione dal capitolo finale. Credo che renda bene lo spirito di molte delle storie che si intrecciano nel romanzo» svela l’autrice, Simona Matraxia. «L’idea è nata in modo totalmente inaspettato, durante un concerto, guardando la postura impeccabile di una violinista. Da lì sono scaturite in rapida successione tre piccole idee. Il fatto che quella figura potesse essere una statua, che potesse essere una Pietà e che il corpo tra le sue braccia potesse non essere di marmo. Alla fine del concerto, durante il buffet, mentre gli altri mangiavano, io ero a riempire una pagina di quaderno con una bozza della trama.»

Il tuo romanzo nasconde un messaggio per il lettore? «Non ho pensato a un messaggio da trasmettere, volevo solo a raccontare una storia, rendere immagini e sensazioni; una storia adatta a chiunque, sfogliando le prime pagine, abbia voglia di proseguire.»

«Da quanto è qui in città, ispettore?»

«Non mi chiami ispettore.» Si sfilò stancamente il cappotto e lo lasciò sullo schienale della sedia. «Craig andrà benissimo.»

La Howe annuì. «Da quanto tempo è qui, Craig?»

«Un mese, più o meno.»

«Prima dove stava?»

«Bedford.»

«E come mai questo cambiamento? È un tipo mingherlino, lei, non il genere di persona a cui un posto come Bedford possa stare stretto.»

Thorne si trovò a sorridere di nuovo, rendendosi conto di stare dalla parte sbagliata dell’interrogatorio. Era piuttosto irritante, doveva ammetterlo.

l’autrice.

Simona Matraxia.
Ha conseguito una laurea in Scienze della Comunicazione e un titolo magistrale in Linguistica. Finiti gli studi, ha gestito una libreria indipendente e attualmente è impiegata presso il rettorato dell’Università del Piemonte Orientale. Con “Anonimo”, romanzo di formazione ad ambientazione storica, ha ricevuto una segnalazione alla XXX edizione del Premio Calvino. Nel 2018 ha vinto il Premio Fogazzaro con il racconto breve “Lieder ohne Worte – Romanze senza parole”. Nel 2021 si è classificata seconda al premio Gran Giallo Città di Cattolica con il racconto “Un fatto terribile”.

Materiale fornito dalla CE ai fini promozionali.

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