Morte di una strega di Mariangela Cerrino

Morte di una strega di Mariangela Cerrino

Carissimi amici e lettori, oggi il blog partecipa con molto piacere al Review Tour dedicato al libro Morte di una strega di Mariangela Cerrino per Leone Editore.

Adémar de Cly ha trent’anni, è un medico erudito e possiede una dote che lo pone costantemente in pericolo: lui vede oltre. Può sapere quello che non è ancora accaduto e scoprire i segreti di chi gli sta accanto. 
Di ritorno dall’esilio volontario, dopo aver vendicato la morte della moglie e del figlio, Adémar giunge alla corte del pontefice ed è chiamato a destreggiarsi tra conti in sospeso, complotti e delitti. 
È proprio in questa occasione che incontra Isaline, una giovane donna rinchiusa nel Castello, che conosce a fondo l’arte della medicina e che è stata accusata di aver ucciso suo padre, ma che si rivela per lui un’ottima aiutante. 
Nonostante la tregua sembri vicina, l’ombra dell’Inquisizione si posa sul loro amore, e il malvagio domenicano Janus promette al valoroso Adémar che presto giungerà la sua fine.

recensione del blog.

Un viaggio nel tempo, per tornare al 18 Marzo 1814, quando Jacques de Molay, gran maestro dell’Ordine dei Cavalieri del Tempio – conosciuti più comunemente come Templari, – lancia la maledizione contro il Re francese Filippo IV il Bello e il Papa Clemente V per poi essere giustiziato e morire sul rogo insieme ad altri Templari. 
Questo lo scenario che ci aspetta nelle pagine di Morte di una strega.
Un ambiente tossico alla corte del Papa, un intrigato intreccio di alleanze politiche e non, di complotti, che hanno come unisco scopo quello di dare e togliere potere, di emergere e sopraffare il più debole, di eliminare ogni possibile avversario.
L’Inquisizione indaga senza sosta, usando i suoi agenti e i tribunali, per mettere a tacere gli eretici, in tutti i modi, e i nemici del potere cattolico, beffandosi delle leggi dello stato e mettendo in piedi altrettanti complotti e attacchi al suo interno.

«Attento, Adémar. Qui non siamo a Cly e nemmeno a Montpellier! Ogni voce è ascoltata e anche quelli che ti passano accanto possono essere spie.»

«Questo vale anche per te? Sei una spia, Bertrand?»

«Ci sono tre forze, e sono in lotta tra loro, e pronunciare quel nome non porta alcun bene» ammise Bertrand.

«Il re, il papa e l’Inquisizione, sebbene quest’ultima debba essere al servizio dell’uno o dell’altro. Lo so.»

«E anche questo non avresti dovuto dirlo. Ma sei stato lontano troppo tempo.»

Paura e ignoranza, elementi essenziali per governare il popolo che non può permettersi l’istruzione, e si affida così alle autorità e ai loro insegnamenti, fidandosi ciecamente ai loro editti, per il quieto vivere; mentre la ricerca della conoscenza e del sapere, e di una verità diversa dalla dottrina è visto come una deviazione da parte del demonio, e quindi stregoneria o peggio ancora eresia.

Ma chi è privo di paura? Chi manca di ignoranza?
Il romanzo evidenzia come l’essere un monaco o un uomo istruito non è sinonimo di invincibilità, in quanto tutti abbiamo un punto debole, che può essere usato da un rivale o un nemico per manipolarci, per ingannarci e metterci paura, usando appunto la paura della verità a suo vantaggio.
Quindi tutti abbiamo uno scheletro nell’armadio? Ovviamente i segreti li abbiamo tutti celati nel cuore e nell’animo, ma se restano tali chi potrà usarli contro di noi?

Molta attenzione sull’ambiguità delle abilità dei due personaggi. 
Adémar è un medico, un uomo che ha un dono quello di vedere Oltre, ma è un potere mistico o solo un’abilità scaturita dal suo spiccato senso critico e spirito di osservazione che gli permettono di avere premonizioni su ciò che accadrà o su quello che è accaduto. 
Isaline è una donna che ha ricevuto un’istruzione medica, impensabile per quei tempi, e quindi ovviamente etichettata come una strega.
Come possono questi due individui sopravvivere? Come possono vivere una vita normale?
Il messaggio importante del romanzo, credo che sia incentrato sul fatto che certi Doni esistano e che bisogna proteggerli, saperli usare e non esserne sopraffatti. E cosi due persone semplici ed essenzialmente buoni, con tutti i pregi e i difetti che gli essere umani hanno insiti nella propria indole, ne diventano i custodi in un’epoca in cui se messi alla mercé di persone senza scrupoli, verrebbero usati solo per fare del male agli innocenti e ottenere il potere assoluto.
E qui il contrasto. Tutti desiderano quei doni, poterli usare a proprio vantaggio, ma allo stesso li temono, non li comprendono e mettono in dubbio le capacità di Adémar, per poi servirsene alla prima occasione. 
E di chi si può fidare? Chi dei suoi amici è fidato? Chi invece è manipolato dalla sete di potere?
Adémar non è stupido, e dimostra la sua intelligenza e accortezza ad ogni passo, ad ogni parola, ad ogni decisione. Per quanto i nemici vogliano distrarlo e affondarlo, lui riesce anche nelle circostanze più critiche ad essere illuminato dalla prontezza di spirito e a mettere in pratica la conoscenza appresa dai suoi studi.

Con una scrittura fluida e precisa, che sa raccontare e spiegare in maniera semplice dettagli storici importanti, l’autrice riesce a creare un intreccio di personaggi originali ma fedeli al periodo storico a cui appartengono, rivelando ambizioni, paranoie, vizi e perversioni del genere umano che per quanto si ostini a celare o a giustificare esistono e sono spesso la causa del male più oscuro, nel 1300 come nel 2020.
Ed enfatizza un messaggio importante: il destino si compierà e sarà il risultato di ogni decisione, giusta o sbagliata, che gli uomini e le donne di questo mondo prenderanno, indipendentemente dal secolo in cui vivono.

Copia cartacea fornita dalla CE ai fini promozionali.

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