56 giorni di Catherine Ryan Howard

56 giorni di Catherine Ryan Howard

56 giorni possono cambiare la vita di una persona? A volte bastano pochi attimi per scardinare i propri principi, oltrepassarli e diventare chi non avremmo mai immaginato, e in un lasso di tempo più lungo ma comunque breve si può anche diventare la vittima e il carnefice del delitto perfetto.

Nessuno sapeva che vivevano insieme. Ora uno dei due è morto. Potrebbe essere questo il delitto perfetto?

56 giorni prima
Ciara e Oliver si incontrano per la prima volta in un supermercato di Dublino, durante una pausa pranzo come tante; tra loro scatta subito la scintilla e, nel giro di pochi giorni, iniziano a frequentarsi. Nella stessa settimana, il Covid-19 raggiunge le coste irlandesi.

35 giorni prima
Quando il lockdown minaccia di tenerli separati, Oliver suggerisce di andare a vivere insieme nel suo appartamento. Nonostante si conoscano da poco, Ciara accetta: per lei è l’unico modo di far funzionare la relazione sfuggendo al controllo della famiglia e degli amici. Per Oliver è l’unico modo di nascondere la sua vera identità.

Oggi
Nell’appartamento di Oliver viene trovato un cadavere in decomposizione. Gli investigatori si buttano a capofitto nell’indagine: riusciranno a capire cosa è realmente accaduto, oppure la pandemia ha permesso a qualcuno di commettere il delitto perfetto?

Una storia d’amore piena di lati oscuri intrappolata tra le mura di un appartamento durante il lockdown: tra i migliori libri dell’anno per «The New York Times», «The Washington Post» e «The Irish Times» e premiato come miglior Crime Fiction Book of the Year agli Irish Book Awards, 56 giorni è un thriller psicologico ad alto tasso di suspense in cui a fare da sfondo a una vicenda ricca di risvolti misteriosi è la più inquietante delle realtà.

Esiste il delitto perfetto?

Nessun testimone, nessuna prova, niente che possa identificare un assassino? Sembra impossibile, ma realizzabile soprattutto in un’epoca dove i social hanno sostituito le vecchie comari pettegole, riuscendo a trasmettere informazioni e segreti anche nell’angolo più remoto del pianeta.

56 giorni di Catherine Ryan Howard sembra voler ribaltare le cose, quasi dimostrare che se vuoi puoi ancora essere anonimo per il mondo e anche per i tuoi vicini di casa che passano il tempo a spiarti da dietro una tenda tirata in pieno lockdown.

Le vite di Ciara e Oliver si incrociano per casualità o per una precisa volontà, e sono costrette a coesistere per un evento catastrofico più grande di loro.

Tra continui flashback, l’autrice racconta il presente, il passato, per tornare a un passato ora più lontano ora più vicino, cambiando punto di vista saltando da Ciara a Oliver, cercando di raccontarli entrambi, analizzarli, di far comprendere al lettore le loro ragioni, di mostrare le loro motivazioni.

La storia non è facile da raccontare con questa tecnica, infatti nei passaggi da un punto di vista all’altro spesso gli eventi vengono ripetuti inserendo solamente qualche riga nuova che narra il pensiero del personaggio che in quel momento sta “parlando”.

La scelta di ambientare la storia nella fase iniziale della pandemia da Covid 19, dove l’incertezza la fa da padrone, amplifica il senso di ansia dei personaggi le cui emozioni sono estremizzate ed enfatizzate, anticipando quello che accadrà nei mesi seguenti un po’ a tutta la popolazione mondiale vittima delle restrizioni sanitarie.

Che i due protagonisti siano strettamente legati da un evento misterioso è palese sin dall’inizio, da alcune loro affermazioni, però l’autrice riesce a tenere sulle spine il lettore, permettendogli di fare le sue personali ipotesi per risolvere l’enigma.

Ci riuscirà?

I lettori più appassionati del genere avranno molto da riflettere sul finale, che sarà la scintilla per diverse discussioni filosofiche ed etiche, che raccoglierà diversi pareri discordanti e accenderà gli animi.

Siete pronti a parteciparvi.

In conclusione credo che 56 giorni di Catherine Ryan Howard sia una lettura piacevole, che vuole rompere un po’ gli schemi, dove l’obiettivo finale non è dare giustizia a una vittima, ma far capire che le azioni, giuste o sbagliate che siano, hanno sempre delle conseguenze da affrontare, indifferentemente dal fatto se si interpreti – come in questo caso – il ruolo di assassino o vittima.

Ciara e Oliver l’hanno tristemente scoperto a loro spese e voi?

Leggete il romanzo per scoprirlo!

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