Secondo le leggende Ragnarr Sigurðsson, detto anche Ragnarr Loðbrók, o Ragnar Lodbrok o Lothbrok (dopo il 766 – Northumbria, 865), era un re semi-leggendario che si suppone abbia regnato su Svezia e Danimarca nella seconda metà del IX secolo. La serie TV The Viking racconta in chiave romanzata la sua ascesa al potere e la sua eredità portata avanti dai figli. Chi la conosce? Chi ha visto i 90 episodi della serie? Il blog sì e oggi ve ne parlo.
Appassionata di storia, non potevo perdermi la serie TV The Viking, che tra i vari servizi di streaming on demand si sviluppa in circa 90 episodi e narra le avventure del mitico re danese Ragnar Lodbrok o Lothbrok e dei suoi figli, e la sua conquista dell’Inghilterra sin dalla prima razzia conosciuta del 789.
Molti sono i riferimenti alla storia, i luoghi descritti e non voglio soffermarmi sull’esattezza storica delle date e degli avvenimenti citati nella serie televisiva, perché non è il mio lavoro e non vorrei dare informazioni sbagliate.
Sono qui a parlarvi del prodotto televisivo e della mia opinione in merito.
Se avete giocato al videogame Assassin’s CreedValhalla, molti personaggi non vi saranno sconosciuti, per gli altri non preoccupatevi perché non avrete a che fare con troppi nomi che vi faranno confondere, alcuni si alterneranno durante le varie stagioni, ma il centro focale saranno Ragnar, le mogli e i figli.
The Vikings è la storia di un uomo e dei suoi discendenti, nonché di una popolazione vichinga che non vuole limitarsi a fare razzie periodiche e accumulare ricchezze, ma che vuole cercare e conquistare un nuovo territorio, dalle condizioni climatiche più favorevoli, in cui stabilirsi regolarmente.
Ovviamente territori inesplorati non significa che siano liberi, ma abitati da altre popolazioni con cultura, lingua, e tradizioni completamente opposte a quelle dei vichinghi. E da qui iniziano le lotte di conquista.
Nel suo complesso, tutta la serie televisiva è un buon prodotto, appassionante e avvincente, intrattiene il pubblico con battaglie indimenticabili, paesaggi mozzafiato e una sceneggiatura mozzafiato.
E riesce a introdurre tematiche importanti che fanno intendere che durante i vari episodi vengano poi sviluppati per affiancare a una guerra di conquista anche un confronto tra popoli e culture diverse, uno scontro etnico che secoli fa come oggi, rappresenta un argomento scottante e sempre attuale, difficile da affrontare ma impossibile da ignorare.
Ben delineate le caratteristiche dei Vichinghi: una popolazione cruda e rozza e pagana, che lotta per sopravvivere, in cui tutti contribuiscono a combattere per proteggere i villaggi, a difendersi da attacchi esterni e che si avventura in spedizioni di razzie nei territori confinanti per accumulare ricchezze.
Non c’è distinzioni tra uomini e donne, tutti possono essere guerrieri e i bambini sin dalla più tenera età vengono istruiti alle tradizioni del clan, a volte rudi e disumane.
Eppure tutto appare normale e sembra funzionare alla perfezione.
Ovviamente si scontreranno con gli inglesi civilizzati e che sono diventati Cristiani, ma cosa è cambiato o si è evoluto in questa nuova società? È stato divertente scoprire come i cristiani appaiono, nella serie e nella realtà, quasi meno evoluti dei vichinghi, in quanto la società ha una struttura ben definita, con ruoli diversificati e invalicabili, e libertà negate soprattutto per le donne. Quest’ultime appaiono più emancipate con uno scudo e un’ascia in mano che con un telaio per il ricamo a mano.
Però la diatriba si ferma a questi elementi basilari, non si prende il tempo per approfondire le sfumature di ogni cultura in campo, né per uno confronto, per evidenziarne le similitudini e far comprendere che poi tanto diverse quelle popolazioni poi non sono.
Le stagioni con più episodi si dilungano troppo, ripetendo e ripetendo in continuazione sempre gli stessi concetti: invidia, senso di frustrazione, voglia di conquista, desiderio di vendetta, guerra, cambio di poteri e il cerchio riprende.
Cambiano i protagonisti, le alleanze e i nemici, ma alla fine la storia si ripete.
Per una stagione va bene, ma quando l’80% degli episodi non servono a niente se non ad annoiare lo spettatore, allora c’è qualcosa che non funziona.
Purtroppo dopo aver dato spazio ad alcuni personaggi, rendendoli protagonisti e quasi degli eroi, si è quasi resto banale la loro dipartita, quasi ridicola.
A cosa sia servita l’ultima stagione?
Un inizio allettante, che quasi voleva redimere uno dei personaggi, ma con espedienti fin troppo fantasiosi e strabilianti, che potrebbero defluire in un vero colpa di scena e uno stravolgimento dell’intera serie, si dimostra invece solo l’ennesimo allungamento che non ha data il di più all’intera storia, né ha approfondito i personaggi su cui è incentrata.
L’idea di riprendere un periodo storico da tempo ignorato mi è piaciuto, ma c’era così tanto da raccontare e far conoscere al telespettatore che invece è stato ignorato, focalizzando l’attenzione solo su alcuni elementi sicuri e ripetuti, che invece l’hanno resa tediosa e lenta.
Se ci fosse un seguito, sicuramente non sarei tentata di sedermi sul divano a guardarlo.
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