Buon sabato a tutti! Come promesso nel blog avrei parlato anche di Serie Tv e inizio con una che ho scoperto per caso e che mi ha appassionato dalla prima puntata. Per vederla dovete essere abbonati a Netflix – in quanto la serie è prodotta in esclusiva – ma ci sono così tante cose da vedere che vale la pena abbonarsi.
Per gli appassionati della storia inglese, questa serie è una chicca da non perdere.
The Crown è una serie televisiva creata e scritta da Peter Morgan incentrata sulla vita di Elisabetta II del Regno Unito e sulla famiglia reale britannica. Credo che in un momento in cui fervono i preparativi del prossimo matrimonio tra Harry e Meghan e magari si ci fanno un sacco di domande sul come la Regina abbia permesso un matrimonio così particolare, guardando questa serie si possa capire i non pochi travagliati eventi che hanno segnato la vita della monarchia inglese senza mai abbatterla ma rinnovandola e rendendola nel 2018 gloriosa e contemporanea.
La serie, che al momento si compone di due stagioni televisive, ci narra la storia della giovane Elisabetta dal momento delle sue nozze nel 1947 fino al 1964, e le altre 4 stagioni previste dovrebbero colmare la storia dal 1964 ai giorni nostri.
Perché mi ha colpito questa Serie Tv?
Innanzitutto io sono un’appassionata della storia inglese, ho sempre letto libri storici e visto film ambientati in Inghilterra, ho adorato il libro Elisabetta I: La vergine regina e Maria la Sanguinaria: Miserie e grandezza alla corte dei Tudor che sono i primi due libri che ho letto quando mi sono avvicinata alla lettura storica.
E poi mi ha sempre intrigato la storia di Elisabetta II, una principessa reale che non era destinata a diventare Regina ma che per forza di causa maggiore si è ritrovata seduta sul trono e governa da ben 66 anni! Il regno più lungo nella storia britannica, ha superato anche quello della sua trisavola la Regina Vittoria. E viene da chiedersi
COME C’È RIUSCITA?
La serie ce lo racconta. Nella prima stagione c’è l’impatto con il suo nuovo ruolo di Regina che la porta a compromessi a volte assurdi e inspiegabili, che mi hanno fatto pensare immediatamente ad alcune scelte di cui siamo tutti a conoscenza (faccio riferimento all’atteggiamento assunto nei confronti di Diana, ma non mi esprimo troppo, anche perché potrei dire fesserie e qui non è il mio obiettivo, faccio delle supposizioni personali che magari nelle prossime stagioni saranno smentite o confermate) nei confronti dei figli e della sorella e di tutti i componenti della famiglia reale.
Nella prima stagione la Regina impara a fare la Regina. Ha avuto poco tempo per prepararsi a questo ruolo – ricordiamo che suo padre Giorgio VI era secondo il linea di successione e fu nominato Re solo perché il fratello maggiore Edoardo VIII abdicò in suo favore – e molto probabilmente non si aspettava nemmeno di poter salire al trono. Fatto sta, che il destino l’ha voluta Regina e lei si è calata nel ruolo con tutta sé stessa, penalizzando i suoi desideri, i suoi sogni, il marito e i figli, tutto quello che la rendevano Elisabetta in favore della ragion di stato. Il suo essere Regina veniva e viene prima di tutto.
Per una giovane donna non è facile accettare tutto questo. Non essere liberi nemmeno di scegliere come e quando affacciarsi alla finestra, in quanto lei doveva comunque sempre dare un esempio ed essere un modello per i sudditi.
Questo nuovo ruolo rompe anche i legami familiari. È molto intensa la scena in cui Elisabetta esce dalla camera da letto dove giace la salma del padre, impassibile quasi di ghiaccio perché non può e non deve mostrare i suoi sentimenti e si ritrova di fronte la nonna, madre del defunto Re, che si inchina di fronte a lei. Da quel momento, agli occhi della nazione, è più importante di sua nonna che è stata la Regina Madre fino a poche ore prima.
Dalla serie né al marito né alla sorella minore piace questo stravolgimento di ruolo e fanno di tutto per affermarsi, il primo per farsi valere come marito e pretendere rispetto in quanto tale e la seconda come sorella della monarca. Ci riusciranno? A tutti piace il potere e sono lì a pochi passi da ottenerlo ed entrambi lo ottengono, ma ahimè ne restano delusi in quanto non si aspettano i doveri a cui sono obbligati una volta raggiunto l’obiettivo prefissato.
Nella seconda stagione troviamo una Elisabetta più matura alle prese con le gelosie di donna nei confronti del marito. Un marito a cui, come accennato prima sta stretto il suo ruolo di Principe Consorte, e il dover stare sempre un passo indietro alla moglie, ma anche attento osservatore che riesce a comprendere che i tempi stanno cambiano e che se i monarchi inglesi non vogliono estinguersi devono svecchiarsi e rinnovarsi, adeguandosi al periodo storico. Sono convinta che Filippo sia sempre stato un innovatore, che abbia cercato di avvicinare i reali alla gente comune, di non farli vedere come delle persone inavvicinabili ma degli essere umani con dei privilegi e doveri che hanno il compito di garantire il benessere dei sudditi. Ardua la sua lotta e fatta di scelte dolorose che hanno incrinato il rapporto con la moglie, ma che questo sia un episodio romanzato o no, mi lascia comunque un messaggio positivo: la Regina ha cercato in tutti i modi di non far mancare il suo amore ai suoi cari, sono stati loro forse a non comprenderlo fino in fondo e vedere quanto lei fosse sola intrappolata nel suo ruolo.
Merito anche di un cast d’eccezione che credetemi in alcuni momento ho pensato che Claire Foy fosse veramente la Regina Elisabetta II da giovane e non da meno sono stati gli altri protagonisti della serie cui Matt Smith, Vanessa Kirby, Eileen Atkins e John Lightgow (veramente tutti fantastici!) che buca lo schermo, e di una storia ben scritta e diretta, facendo molta attenzione ai riferimenti storici (ho anche imparato cose che non sapevo), The Crown è appassionante, intriganti, affascinante, commovente ed istruttivo.
In attesa della prossima stagione, in cui troveremo un nuovo cast e un nuovo periodo storico, vi consiglio di guardarla. In rete è possibile acquistare il libro e i Dvd della prima stagione in lingua originale.
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