Luisa DistefanoAlziamo gli occhi e guardiamo le stelle, lì potremo ammirare l’astronave l’USS Enterprise e il suo equipaggio che aspetta l’arrivo in plancia del capitano Jean-Luc Picard e del suo ordine: Attivare! per dare il via ad una nuova avventura.
Nel 2002 il film Star Trek: Nemesis aveva cercato di dare una conclusione alla serie televisiva Star Trek: The Next Generation, lasciando intendere che le avventure per il capitano Picard, il comandante Riker e il resto dell’equipaggio della USS Enterprise – anche se ormai diviso – non erano ancora concluse.
E in effetti nella nuova serie Picard, emerge questo: essere l’ultima stagione di una serie amatissima dal pubblico, ma anche il racconto della personale avventura di Jean- Luc Picard.
La prima stagione di Picard ci narra alcuni fatti essenziali degli eventi accaduti negli ultimi vent’anni, introducendoci alla scoperta della vita di un ex ammiraglio in pensione, che sei è ritirato nella proprietà di famiglia.
Non impareremo a imbottigliare vino o champagne nelle campagne francesi, ma ritroveremo con molto piacere quel personaggio che non è stato solo un capitano, ma un padre che ha guidato il suo equipaggio per anni, sostenendolo e incoraggiandolo.
Si torna ad evidenziare il profondo legame con il tenente comandante Data, che si era sacrificato per salvare tutti, e risponderà al senso del dover che lo porterà a indagare sulla creazione misteriosa di due androidi Daji e Soji, che si scoprirà essere le figlie di Data.
In Picard si formerà così un nuovo equipaggio, tra nuove e vecchie conoscenze come l’umana assimilata Borg Annika alias sette di nove, Rafi o Chris Rios e la dottoressa Giurati.
La prima stagione di Star Trek: Picard dimostrerà ancora una volta al pubblico che lo spazio non ha confini, che i limiti dovuti alla razza sono effimeri, e che la pace, la convivenza e il rispetto tra questa è possibile.
Ma soprattutto che le differenze non devono creare dei nemici, bensì arricchire entrambi le parte per vivere meglio.
Se ciascun uomo ha il suo destino, quello di Jean- Luc Picard sembra inevitabilmente legato ai Borg e al misterio Q, nella seconda stagione di Start Trek: Picard.
Due nemici o qualcosa di più?
Entrambi fanno parte dell’essere Picar.
I Borg sono il suo nemico per eccellenza: l’hanno assimilato togliendogli la sua identità, quasi distruggendo la sua umanità per trasformarlo in un involucro vuoto senza volontà.
Q invece è sempre stato una sorta di grillo parlante, che ha messo in discussione le convinzioni e le certezze di Picard, sconvolgendo la sua vita con folli viaggi nel tempo, assurde inquisizioni, ma costringendolo ogni volta a fare i conti con le sue scelte, per dimostrargli che il presente che lui vive non esisterebbe senza le scelte del passato.
Picard e Q si ritroveranno a giocare ancora insieme: Q lo metterà alla prova, lo spedirà in un passato alternativo per cambiare un futuro prossimo, per sfidarlo a scegliere ancora i suoi ideali, a continuare a credere nella pace tra le razze, all’unione degli individui per sconfiggere un nemico sempre più potente.
I Borg torneranno ad assimilare vite, a creare una nuova collettività, simile a quella già conosciuta ma completamente diversa, per creare una nuova forza che supporti le certezze di Picard.
Insieme tutto è possibile, uniti si vince… ma per l’ennesima volta il destino della federazione e della sua popolazione è a rischio estinzione, solo un nuovo e il suo equipaggio riusciranno a salvarli: i presupposti per la terza stagione di Star Trek: Picard.
Da fan dell’Enterprise ho amato la serie dedicata a Picard. Del capitano, delle sue vicissitudini personali era stato raccontato ben poco, si è sempre evidenziato il suo senso del dovere, la fedeltà agli amici, il suo coraggio e la sua caparbietà a non arrendersi difronte all’impossibile, rendendolo un personaggio perfetto.
Con la serie a lui dedicata, Picard si sveste della sua perfezione e a volte rigidità diventando solo Jean- Luc: un amico, un fratello, un padre.
Voi avete seguito la serie? Cosa ne pensate?
Quale serie di Star Trek preferite?
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