Post Mortem di Paolo La Paglia

Post Mortem di Paolo La Paglia

Post Mortem

Paolo La Paglia
Golden Falls è una tranquilla cittadina nella contea di Snohomish, stato di Washington, dove tutti si conoscono e la vita scorre serena, fino a quando un’escalation di terribili eventi scatenerà l’orrore che sconvolgerà la serenità del posto.
Daryl Wilson, lo sceriffo incaricato delle indagini, si troverà a dover affrontare una verità incredibile e spaventosa. Per risalire alle radici del male dovrà scavare nei meandri della storia passata di Golden Falls e comprendere perché l’orrore abbia iniziato a riversarsi sulla cittadina seminando morte tra i suoi abitanti.
Quando la città si ritroverà isolata dal resto del mondo, immersa in una nebbia che sembra sorta magicamente per avvolgerla tra le sue spire, la situazione precipiterà fino all’incredibile epilogo.
Perché il male non muore mai.

Introduzione

Post Mortem di Paolo La Paglia, un romanzo horror dalle sfumature thriller davvero affascinante e la cui lettura mia ha letteralmente sorpreso.

Recensione del blog.

Una tranquilla città dove gli abitanti si conoscono per nome, una serie di fatti inspiegabile, una corsa contro il tempo per evitare che un terribile destino si compia, e tanti morti che hanno la capacità di tornare in vita: in sintesi gli elementi di questo libro, tutti gli elementi che non possono mancare in una storia horror degna di questo nome.

Paura, terrore e la consapevolezza di non esistere, di essere morta ma paradossalmente ancora viva, le prime emozioni che, insieme a Zoe, il lettore prova in queste pagine. E la prima domande che si pone: che cosa hanno fatto a questa ragazza innocente? Chi è stato?
La lettura procede e la brutalità aumenta, così come l’incredulità dello sceriffo Daryl Wilson e dei suoi collaboratori di fronte alla verità che viene svelata, quasi impossibile da credere eppure reale e si sta compiendo, con loro da protagonisti.

Chi è il buono e chi è il cattivo? Chi deve essere punito e chi premiato? Impossibile stabilirlo, perché quello che conta è la vendetta. La vendetta di una donna, che attraversa i secoli, sfida la morta e chiede di avere giustizia per il male subito in prima persona e per il male subito da altre donne indifese, vittime della malvagità, della perversione e dall’omertà degli uomini.
E nell’impossibilità di scovare l’unico colpevole, dove non esiste una sola persona a potersi definire tale, allora esplode la vendetta collettiva, che ricade sotto forma di maledizione, avvolta dalla nebbia, sul destino di un’intera città e dei suoi abitanti.

E quali creature possono accingersi ad epurare una comunità senza provare rimorso? Solo dei morti rinati, affamati di sangue, dolore e sofferenza, in grado di captare la malvagità e punirla, senza rimorsi, senza sensi di colpi, quasi con divertimento e placida normalità.
Siamo di fronte ad un loop temporale impossibile da interrompere? La domanda corretta sarebbe è possibile fermare la malvagità umana?

La mente umana può comprendere l’incomprensibile? Non può spiegare l’esistenza di Dio ma l’accetta, spiegandola con la religione e la fede. 
E se ci fosse un’altra forma di religione che potrebbe spiegare anche i morti viventi? Credere nella stregoneria e nelle maledizioni è eresia, eppure sono le uniche a spiegare i morti rinati e che vanno in giro per la città ad ammazzare. Chi li ha creati? Una strega potente? Come annullare il maleficio e la strega.

Anche le ricerche più dettagliate sembrano vane, perché conoscere la verità non significa saperla cambiare. Accettare l’esistenza di una strega che cerca vendetta, non significa essere in grado di improvvisare un incantesimo per bloccare tutto e tornare al quieto vivere.
Amici, colleghi e perfetti estranei si ritrovano quindi ad affrontare la prova più grande per l’essere umano, combattere con la propria natura più oscura, che è riuscita a creare dei mostri, ma non creando altro dolore ma con l’amore; ma non un amore romantico, bensì quell’amore astratto che va oltre il bene del singolo, ma di un’intera comunità.

Conclusioni.

Post Mortem è un horror ben scritto e articolato. Dopo un inizio che sembra voler confondere il lettore, ma che invece è uno stratagemma per creare l’empatia con la protagonista, la storia scorre veloce, intrecciando le indagini di Daryl, i sospetti di Julia, le aspettative e le speranze del fratello di Zoe.
L’autore dimostra una certa originalità nell’integrare gli eventi passati per spiegare la “malattia” che infesta la città e il percorso necessario per sconfiggerla, senza mai dare per scontato la preparazione del lettore in merito agli argomenti trattati, ma lo guida dandogli tutti gli elementi sapersi destreggiare tra miti, leggende e fatti storici, e lasciarlo libero di formulare un proprio pensiero in merito alla vicenda.
Una storia intensa e fedele al genere di apparenza, in cui le sfumature thriller sono ben gestite e non prevalgono sulla narrazione. 

Voto

4/5

Citazioni

Si portò istintivamente la mano al petto. Un insopportabile senso di oppressione cominciò a soffocarla. Annaspò alla ricerca di aria, gli occhi che roteavano come impazziti. Un dolore più intimo che fisico salì dalle viscere sino alla gola. Urlò. Un urlo colmo di disperazione e terrore. Poi, di colpo, quella sensazione, così com’era venuta, se ne andò e tornò il silenzio.
Ma da una piccola e remota galassia della sua mente, si fece largo quella che era l’altra possibile realtà e sbucò dalla nebbia come un artiglio: era morta.

Noi umani siamo strani, sapete? Chiediamo di conoscere. Esigiamo di apprendere. Poi, quando ci viene detta la verità, non riuscendo ad accettarla, semplicemente la rifiutiamo.

Note

Copia ARC fornita dalla Casa Editrice ai fini promozionali.

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