Grazie alla collaborazione con Leone Editore ho avuto il piacere di scoprire l’autrice Barbara Abel e oggi non poteva mancare la recensione della sua ultima uscita italiana Oltre la siepe.
Sylvain e Tiphaine, David e Laetitia sono amici da sempre.
I quattro trascorrono insieme quasi ogni giorno, dato che le loro case sono separate soltanto da una siepe, e i loro figli – Maxime e Milo, sei anni – sono inseparabili.
Ma l’idillio è destinato a infrangersi quando Laetitia vede Maxime, il figlio di Tiphaine, che si sporge pericolosamente dalla finestra.
Pochi ma preziosi secondi persi a capire cosa fare e, quando Laetitia corre ad avvisare Tiphaine, è troppo tardi. Maxime è caduto ed è morto sul colpo. Laetitia avrebbe potuto salvare il bambino? Sylvain e Tiphaine la ritengono responsabile? Laetitia inizia a temere che i vicini stiano meditando vendetta e, presto, si ritrova ossessionata dall’idea che vogliano uccidere Milo.
Ma la spirale di paranoia in cui si lascia trascinare rischia di travolgere anche suo marito e suo figlio.
Oltre la siepe è un thriller agghiacciante, ma soprattutto è un thriller familiare.
Come nei suoi precedenti romanzi, Barbara Abel mette alla gogna la perfezione familiare.
L’autrice introduce i suoi personaggi principali, raccontandoci i loro legami presenti, ma anche svelandoci il loro passato mostrando senza filtri i loro pregi e difetti, i traguardi raggiunti, gli sbagli e gli scheletri nell’armadio, senza però mai giudicarli o portando il lettore ad avere dei pregiudizi.
Come accade in Alice, Barbara Abel fa credere che la perfetta famiglia del Mulino Bianco esiste.
Mai affermazione è stata più ingannevole.
Immediatamente accade qualcosa che sconvolge tutto, rompendo gli equilibri già precari di queste famiglie, riaccendendo odi e rancori mai sopiti, e scatenando meccanismi di autodifesa innati negli esseri umani, quali l’istinto materno.
Dopo la morte di Maxime, le due famiglie si accusano dell’accaduto, sono incredule l’incidente e inevitabilmente si allontanano alla ricerca di un colpevole per quello che è solo uno sfortunato incidente.
Due madri a confronto.
Due amiche che diventano nemiche.
Tiphanie incolpa Laetizia di non essere stata veloce nel soccorrere suo figlio.
Leatizia teme che Tiphanie desideri la sua personale vendetta e cerchi di uccidere suo figlio Milo.
Chi ha ragione?
Per chi ha letto anche Morte apparente sa bene che Barbara Abel è bravissima a tessere le sue tele, a tirarne i fili, spingendo il lettore a scappare verso la via più semplice e scontata per trovare l’uscita.
Allo stesso però, le sue storie sono scontate.
Al primo approccio Barbara riesce a conquistarti e a sorprenderti, in quanto è stata in grado di tenerti incollati alle pagine del suo libro, curiosi di scoprire in quale turbinio mentale e di intrecci ci ha avvolti.
Alla seconda lettura, però ci si ritrova a leggere un copione già conosciuto e per quanto la trama e i personaggi possano essere differenti, sono profondamente simili ai precedenti.
Al terzo libro, dopo le prime pagine, sai già su quale personaggio puntuale l’attenzione per smascherarne i misfatti.
Che in Oltre la siepe provi a mettere a confronto due probabili colpevoli è solo un diversivo, già usato, che non sbalordisce ma piuttosto dimostra che l’autrice non riesce a uscire da uno schema collaudato che ha avuto successo, senza provare ad osare i più.
Oltre la siepe di Barbara Abel è un bel thriller, che riesce a sfidare il lettore a non soffermarsi sull’apparenza, ma a guardare oltre, a cercare quell’elemento ben celato alla vista di tutti.
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