Dopo i fatti di Oltre il fiume il criminologo Alan Giuliani torna ad indagare su una serie di raccapriccianti omicidi. I segreti non posso restare nascosti per sempre nel nuovo romanzo Nella nebbia di Federica Gaspari.
In un campo, esposto come uno spaventapasseri, viene rinvenuto il cadavere decapitato di una donna con una testa di mucca sul collo.
Il criminologo del RIS Alan Giuliani viene richiamato da Cortina per indagare, e a lui si affiancheranno gli altri membri della squadra che ha lavorato per fermare il killer del fiume.
Il ritrovamento di altri corpi mutilati e ricomposti con teste di animale fa pensare a un serial killer che assembla i corpi come se fossero divinità egizie, ma Alan è convinto che non sia tutto: inizia a immaginare collegamenti tra questo caso, quello di Cortina e l’incidente dei suoi genitori.
Quando il caso dello spaventapasseri sembra essere a un punto morto, Giuliani fatica a reggere la pressione, finendo preda di uno stato di ansia crescente.
Sempre più in balia dei suoi deliri, sembra destinato a un declino inesorabile, ed è proprio in quel momento che il suo nemico nascosto nell’ombra si prepara a colpire.
recensione del blog.
Alan Giuliani e la sua squadra sono tornati ad indagare.
Cortina è lo sfondo scelto dal serial killer, chiamato lo Spaventapasseri, per portare a compimento le sue efferate azioni, per mettere alla prova il criminologo dei RISS o per uno scopo ancora più perverso?
Devo ammettere che mi aspettavo tanto da questo secondo volume dedicato ad Alan Giuliani.
Se nel primo romanzo Oltre il fiume, l’autrice Federica Gaspari mi aveva fatto conoscere l’uomo e il criminologo, distinguendo ove possibile le sue sfaccettature professioni dalle sue caratteristiche personali, prediligendo quest’ultime, in Nella nebbia mi aspettavo che Alan mi tenesse incollata alle pagine con le sue abilità professionali.
La storia ha praticamente la stessa impostazione della prima: vengono ritrovati uno dopo l’altro una serie di cadaveri, Alan e la squadra iniziano ad indagare e poi… poi non ve lo dico altrimenti vi svelo il finale.
Anche in Nella nebbia, Alan si concentra prevalentemente sui suoi problemi personali: con le donne, con il passato, con se stesso; lasciando ai colleghi di svolgere le indagini.
Finisce in situazioni assurde che richiederebbero degli approfondimenti maggiori ed invece, lui accetta spiegazioni balde con facilità o addirittura le liquida senza dargli importanza.
Delle indagini, degli interrogatori sfiancanti nemmeno il fumo, si sa che sono state fatte ma al lettore è vietato partecipare.
C’è un nemico che manovra i fili sopra le teste di tutto il team, è palese che sia la nemesi di Alan Giuliani, libero di agire indisturbato perché nessuno lo sta cercando non perché sia impossibile arrivare a lui, ma perché nessuno indaga per trovare l’indizio che porti a questo misterioso burattinaio.
Non me ne voglia l’autrice, che stimo professionalmente.
Io la vedo la storia che lei vuole raccontare, con gli intrighi e i misteri, i colpi di scena e i falsi indizi, solo che ha scelto un modo di raccontarla in modo poco efficace e travolgente.
È un brutto libro? No.
Nella nebbia è una bella storia, che ha tanto da dire, ma che secondo il mio parere non ha avuto la giusta valorizzazione, come meritava.
Per il resto ve la consiglio, soprattutto se siete alle prime armi con il genere giallo, e non dimenticate di leggere anche Oltre il fiume.
Buona lettura.
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