La pietra di Labastide – Mariangela Cerrino

La pietra di Labastide – Mariangela Cerrino

Le avventure di Adémar de Ely continuano nel nuovo appassionante romanzo La pietra di Labastide di Mariangela Cerrino per Leone Editore.

È il 1315. L’erudito preveggente Adémar de Cly viene convocato alla corte di Gael de Peryac, signore di Carcassonne, nel Sud della Francia. Il matrimonio previsto tra Aurélie, la figlia quindicenne di Gael, e il pupillo del re di Francia è in pericolo. La sposa ha rifiutato il fidanzamento e si è rifugiata nel monastero di Labastide insieme a Blandine, la sua dama di compagnia. Inoltre, benché sia vergine, la ragazza risulta essere incinta. Come se non bastasse, il monastero in cui si trova Aurélie è attaccato da alcuni mercenari, che portano via la pietra della Madonna Nera, un’antichissima reliquia custodita a Labastide. Il furto rappresenta una grave minaccia per Carcassonne: una leggenda ne profetizza la rovina, qualora la pietra venisse separata dalla Vergine. Adémar, adesso, ha solo undici giorni per ritrovare il manufatto e risolvere la questione del matrimonio di Aurélie. Ad accompagnarlo sarà Julien, giovane cavaliere dal passato oscuro, che Adémar ha salvato da un agguato. Se i due non riusciranno nell’impresa, interverrà Alban de Uzès, rappresentante degli interessi regali. Inizia così un’avventura nel Sud della Francia, nelle terre catare, mentre Adémar dovrà imparare a distinguere i veri alleati da coloro che lo sembrano soltanto.

recensione del blog.

Con la morte della strega non si conclude il viaggio di Adémar, che si ritrova a dover scappare da un nemico ignorante e che lo vede come un pericolo al suo personale potere e incappa continuamente in situazioni che mettono a dura prova il suo Dono e la sua non ereticità.

Una nuova sfida lo attende e per metterlo davanti al solito dilemma di cosa sia più forte se la superstizione o la ragione.

E come nel primo romanzo, Adémar non saprà darci una risposta precisa e definita, inconfutabile, ma ci spiegherà che tutto dipende dal singolo individuo e da cosa esso stia cercando per stare in pace con se stesso.

Se avrà bisogno di credere in un potere soprannaturale per spiegare la realtà che lo circonda, le credenze, le tradizioni con cui è cresciuto o avrà bisogno di sviscerare le sue false credenze e scoprire la verità per vivere bene, tutto dipenderà da lui e da nessun altro, e nessuno lo potrà giudicare.

Adémar è tormentato da una scelta dura e drastica, dalla separazione e dal continuo stare in guardia, perché sa che non può fidarsi, che è circondato da insospettabili spie pronte a carpire ogni sua debolezza e a svelare i segreti più nascosti.

Però non smette di aiutare chi glielo chiede e anche chi dovrebbe essere suo nemico, almeno in apparenza.

E così la narrazione si veste di questa sensazione di estraneità, come se l’autrice volesse evitare di coinvolgere il lettore, di non volerlo scombussolare con i sentimenti del protagonista.

Ma Adémar cosa nasconde nel suo intimo? Solo razionalità o è in costante lotta con i suoi sentimenti e istinti primordiali che lo spingerebbero lontano dal dovere per portarlo verso la felicità rubata?

Quei sentimenti così ben celati a volte sembrano prendere il sopravvento, guidandolo nei ragionamenti più sensati, usando la complessità e totalità del suo essere.

La sua avventura si dimostra quindi insospettabilmente profonda, confonde il lettore sfidandolo ad aprire gli occhi, il cuore e la mente e a cercare quello che è nascosto tra le parole.

Che dire? Quando scopriremo un’altra sfumatura di quest’uomo?

Si ringrazia la CE per la copia cartacea de La pietra di Labastide fornita ai fini promozionali.

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