Il rasoio di Occam di Elton Varfi

Il rasoio di Occam di Elton Varfi

Cari lettori ben ritrovati, oggi per voi il Review Tour per il libro di Elton Varfi Il rasoio di Occam un autore palermitano appassionato del genere horror e poliziesco… curiosi di sapere cosa ne penso? Allora continuate a leggere l’articolo.

Londra.

Josh Murray e Rick Nemes, agenti di Scotland Yard, danno la caccia a un efferato serial killer che opera seguendo riti satanici. Le vittime sembrano avere una stessa caratteristica: sono tutte legate all’orfanotrofio St. Patrick, in cui è cresciuto anche Rick, uno dei due detective affidati al caso. Rick viene preso di mira dal killer, che gli invia delle lettere accusandolo di aver provocato gli omicidi con la sua indifferenza. Il serial killer vorrà provocarlo? Sarà Rick la prossima vittima? La storia si snoda seguendo alcuni eventi passati che, apparentemente scollegati, condurranno alla soluzione dell’enigma. Quando le cose sembrano precipitare, la verità verrà svelata e sarà sconvolgente.

recensione del blog.

Voglio iniziare a parlarvi di questo libro partendo dalla sua copertina. In molti si chiederanno che cosa c’entra con il titolo appunto Il rasoio di Occam – che per chi non lo sapesse sta ad indicare un principio metodologico che è sta alla base del scientifico – con l’immagine di una mano che stringe in una morsa una rosa rosso sangue. Me lo sono chiesta anche io e prima di iniziare la lettura ho passato diversi minuti a fissare la copertina facendo svariate ipotesi.

Senza svelarvi troppi particolari, posso dirvi il connubio tra titolo del libro e immagine di copertina si completano a vicenda, richiamando entrambi a due concetti fondamentali della storia, che sono anche due indizi, che possono aiutarci a risolvere il caso prima dei due detective protagonisti.

Quindi una copertina azzeccatissima che esposta in libreria attira la curiosità e invoglia ad allungare la mano, prendere il libro e scoprirne trama e dettagli.

Dalla trama ci accingiamo a leggere di un serial killer cui la firma è rappresentata da simboli che riportano ai riti satanici. Il libro infatti inizia con il racconto di esorcismo di un bambino per liberarlo dalla possessione del diavolo, proprio per riallacciarsi a tutto lo svolgimento della storia.

A questo punto sapete che faccio? Punto il dito contro chi sicuramente – e ci sarà qualcuno che lo farà – inizierà a lamentarsi che questo processo sia stato raccontato in maniera sempliciotta e senza dare informazioni dettagliate sul percorso di preparazione e sul pratica dello stesso, però potrei accusare l’autore di questa mancanza se mi trovassi a leggere un manuale di Teologia e ovviamente avrei bisogno di più approfondimenti. Ma trattandosi di un romanzo giallo i pochi elementi essenziali e precisi che mi vengono forniti in queste prime pagine e in tutto il resto della storia, sono funzionali per comprendere la lettura e aiutarmi/ guidarmi verso una mia conclusione personale.

Insieme al giornalista Jeremy Mils e alla sua intervista ripercorriamo con una serie di flash back, tra i fatti accaduti otto anni prima e le domande dell’abile giornalista nel presente, i ricordi di Rick sulle indagini di un caso irrisolto che ha segnato la sua carriera di detective e personale e che ha lasciato tante domande ancora senza risposta.

Chi sono Rick Nemes e Josh Murray? Una coppia di investigatori di Scotland Yard, che hanno tra le mani una grossa gatta da pelare.

Rick è un uomo enigmatico, freddo, calcolatore anche troppo, dal passato tormentato e che vuole emergere, essere il migliore, a suo modo a volte impulsivo a volte fintamente docile. A differenza di com’è descritto dalla sua analista:

Secondo me vuol dire che lei ha qualcosa dentro che non le consente di essere se stesso, cioè quello che lei è; secondo me è come se volesse far fuori quello che c’è in lei che non le permette di essere quello che lei veramente è. Stia attento, non quello che vuole essere. Secondo me proprio quello che lei è davvero. Non credo che ci sia veramente il diavolo di mezzo. 

Rick conosce benissimo il suo io interiore o lo interpreta a modo suo, come pensa che sia giusto fare, perché così si sente. E così agisce per raggiungere i suoi scopi personali, nascondendosi però dietro una maschera che lo rende una persona dal passato torbido, sofferente, incapace di lasciarsi andare e bisognoso di quell’amore che mai NESSUNO gli ha concesso.

E John? John è il più bonaccione dei due, pacato e ligio al dovere pronto a difendere l’amico e partner lavorativo difronte alla sua avventatezza e ai colpi di testa, a seguirlo, sarebbe disposto a dare la vita per lui. Questo non significa che sia stupido, anzi al contrario, la sua pacatezza è la sua arma vincente, che instilla in lui la lucidità del pensiero razionale e non offuscato dalle emozioni, e che passo dopo passo lo porta alla soluzione del caso.

Due facce della stessa medaglia che si compensano e si contrastano, chi avrà la meglio?

Durante la lettura non ci si annoia mai. Anzi! Elton Varfi riesce a mantenere viva l’attenzione, raccontando uno dopo l’altro i passi saliente dell’investigazione e anche gli elementi che sembrano voler distogliere l’attenzione del lettore concentrandosi su alcuni momenti della vita personale di uno dei personaggi, sono invece elementi essenziale per comprendere questi due uomini in corsa contro il tempo per accalappiare un killer, i loro caratteri, il loro modo di ragionare e i dubbi e paure che li colpiscono.

Gli indizi per arrivare alla risoluzione del caso li abbiamo tutti. Sono dosati sapientemente, a volte ben descritti altre magari solo accennati per evitare di essere ripetitivi. L’autore è stato molto bravo a creare dei protagonisti che a volte sembrano impersonare dei cliché caratteristici e poi smontarli e denudarli, facendoceli conoscere fin nel loro io più profondo e lasciandoli così alla vista di tutti per quello che sono veramente.

La brevità del romanzo poi mi ha tratta in inganno lasciandomi piacevolmente sorpresa. Trattandosi di un  giallo mi aspettavo di trovare dettagliate descrizioni ambientali e dell’analisi dei dettagli, riproponendo i pensieri dell’investigatore di turno e il filo conduttore del suo ragionamento per districare la matassa e arrivare alla fine acchiappando il colpevole. Dimenticate tutto questo! Elton Varfi ha la capacità della sintesi e la sa usare in maniera efficiente. Senza trascurare i dettagli indispensabili sa raccontare la storia, le indagini e i personaggi. E in poche pagine mi ha catapultata nella sua storia, mi ha fatto entrare nella mente del serial killer per via traverse – senza quasi accorgermene sono arrivata a scoprire chi fosse e ho detto Non è possibile, so chi è il killer! anche se lo avevo intuito prima della mia esclamazione (colpa di tutti i gialli che fanno parte del mio repertorio di lettura!)

…Perché ti devo uccidere? Beh, non c’è un vero motivo. È solo che provo un piacere perverso quando uccido…
…Non lo so, ma ti posso assicurare che qui non siamo nei film…

In Sintesi…

Il rasoio di Occam di Elton Varfi è un libro intrigante, accattivante, oscuro e a tratti sembra voler prendere delle caratteriste del genere noir. L’autore ha la capacità di non dilungarsi in scene di contorno, sa raccontare gli eventi essenziali per lo sviluppo della storia. Allo stesso modo né i personaggi né i loro caratteri ci vengono descritti dal narratore della storia, bensì attraverso i loro gesti e parole. Breve e conciso. Non ci sono abbellimenti o attenuanti della crudeltà e del male efferato di questo fantomatico serial killer. E naturalmente non mancano i colpi di scena. Non è difficile da parte del lettore arrivare alla conclusione, e al termine della lettura si è soddisfatti nell’indovinare o si resta sorpresi nello scoprire la verità.

Copia cartacea omaggiata dall’Autore ai fini promozionali.

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