Carissimi amici e lettori, iniziamo la giornata con una nuova review e precisamente parliamo del thriller Il delitto di via Filodrammatici di Emiliano Bezzon per Fratelli Frilli Editori.
La Milano del dopo Expo, dei grattacieli e del nuovo skyline, la Milano dal ritmo continuamente “in crescendo” sembra fermarsi in riverente pausa davanti alla sacralità del tempio mondiale della Lirica, il Teatro alla Scala, e alla quiete della casa di riposo Giuseppe Verdi, dove anziani musicisti vivono di musica e di ricordi. Ma quel mondo apparentemente rarefatto nasconde storie di invidie, sesso, denaro, potere e tradimenti: l’assassinio “quasi perfetto” del potente sovrintendente è come un terremoto che sconquassa la superficie patinata e porta alla luce quel sommerso di odio e intrighi.
Il sovrintendente viene trovato di prima mattina dal suo segretario particolare nel suo studio, riverso sulla scrivania, privo di vita, senza una goccia di sangue. Ma i primi rilievi tolgono subito ogni dubbio: non si tratta di morte accidentale. La scottante indagine viene affidata alla giovane e determinata capitana dei carabinieri Doriana Messina. Single per sofferta scelta in nome dell’Arma, la capitana è amata e stimata dai suoi stretti collaboratori, ma deve invece destreggiarsi tra le invidie di colleghi che la vedono come ostacolo alla loro carriera, e le avance più o meno esplicite di uomini che non vogliono perdersi l’esperienza della donna in divisa, magari con il valore aggiunto di manette e pistola.
A Doriana si affianca come consulente del PM la psicologa e amica Giorgia del Rio con cui ha collaborato nel corso di una precedente indagine. Grazie a lei e ai racconti della sua anziana amica musicista che vive a Casa Verdi, si scopre che in quei giorni è avvenuto un ritrovamento di enorme valore per il mondo della musica verdiana…
recensione del blog.
Il ritrovamento di un cadavere sconvolge la comunità della musica. Il sovrintendente del Teatro della Scala è stato assassinato: chi è stato? Che segreti aveva da nascondere? Chi l’ha fatto tacere per sempre?
A svolgere le indagini è chiamata la capitana Messina, una donna tosta e intelligente, che ha dedicato la sua vita alla divisa, senza dimenticarsi di essere anche Doriana e coltivare delle amicizie sincere come quella con la collega psicologa Giorgia del Rio, che senza volerlo si trova coinvolta personalmente e professionalmente nelle indagini.
Due donne che dovrebbero rappresentare la forza, l’intelligenza e l’impegno delle donne in ogni campo, anche nel mondo maschile.
La storia procede attraverso descrizioni minuziose di luoghi magici della città, quasi inaccessibili alla vita quotidiana, ma ricchi di fascino e custodi della tradizione artistica del paese, che lasciano senza fiato il lettore.
Ci si aspetta molto dalle due protagoniste.
E dal momento che non sono nuove alla loro collaborazione lavorativa, ci si aspetta di leggere della loro affinità simbiotica e capacità quasi di comunicare con il pensiero la prossima mossa da seguire per incistare il colpevole.
Cosa che non accade.
Entrambe agiscono per conto proprio, senza confrontarsi, senza mettere in dubbio il proprio pensiero e quando agiscono indipendentemente, sembrano rappresentare la visione caricaturare della figura della donna.
Se nelle prime pagine di presentazione la capitana Doriana Messina appare come una tosta e in gamba, della cui bravura si deve solo essere fieri, qualche capitolo dopo viene enfatizzata la sua incapacità di tenere a bade le avance di un ammiratore inopportuno, che viene liquidato con la scusa più banale del mondo da un suo sottoposto, da un uomo.
Stessa cosa per Giorgia. Una caparbia e intuitiva professionista, le cui capacità non vengono messe in mostra ma occultate dalle sue fobie e schizzinosi alla vista dell’obitorio e dei cadaveri, o dal suo desiderio di essere una donna attraente per una notte.
Le due donne vengono mostrate insieme spesso solo per prendere un caffè, per andare a pranzo o mangiare una pizza insieme.
Un paio di telefonate tra loro e basta.
E le indagini?
Quelle procedono da sole, la narrazione guida il lettore su quello che accade.
Manca la descrizione del come accade.
Mancano gli interrogatori che lasciano i sospettati senza fiato, che li sconvolgono, che li massacrano dal punto di vista psicologico, che li fanno dubitare della loro innocenza.
Manca la suspence quando dovrebbe essere protagonista.
Mancano Doriana e Giorgia in questa loro avventura, dove invece di eccellere diventano solo un contorno colorato.
Amo la storia e i misteri, e se il romanzo da un lato ha stimolato la mia curiosità a cercare più informazioni sul Maestro Verdi e sui segreti che potrebbe celare il suo nome, dall’altro sono rimasta delusa dal modo in cui sono stati trattati degli elementi fondamentali del genere che avrebbero fatto la differenza nella storia.
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