La popolarità della sedicenne Angela Wong non la rende immune dal subire il male dell’umanità, a essere vittima di un gioco di ossessione, gelosia e perversione della sua vita di adolescente; ma la sua morte deve essere punita: chi è il colpevole? Oggi la recensione del blog del thriller Cuori in trappola di Jennifer Hillier per Fazi Editore.
La sedicenne Angela Wong, una delle ragazze più popolari della scuola, scompare senza lasciare traccia. Quattordici anni dopo, il mistero è ancora insoluto: nessuno ha mai sospettato il coinvolgimento di quella che al tempo era la sua migliore amica, Georgina Shaw, oggi donna in carriera. Di certo non Kaiser Brody, all’epoca amico di entrambe. Ma quando i resti di Angela vengono ritrovati nei boschi vicino alla vecchia casa di Georgina, Kaiser, che nel frattempo è diventato ispettore, scopre la verità: la ragazza è stata assassinata da Calvin James, lo stesso che ha ucciso almeno altre tre donne. Per le autorità, Calvin è un serial killer. Ma per Georgina è tutt’altra cosa: al liceo, lui è stato il suo primo amore.
Da quattordici anni Georgina sa cosa è successo e non l’ha mai detto a nessuno. Per quattordici anni ha mantenuto il segreto. E ora che spuntano altre vittime uccise con lo stesso modus operandi di Angela Wong, il passato torna prepotentemente a galla. Fino a che punto ci si può spingere per seppellire i propri segreti e nascondere il proprio dolore? Per quanto tempo si può convivere con la menzogna?
recensione del blog.
I segreti sono come dei tarli che si nutrono della razionalità e dei sentimenti, che riescono a distruggere le certezze e le sicurezze di chi li custodisce, lasciando un vuoto immane dentro e pretendendo di essere svelato.
Georgina n’è l’esempio lampante. Nasconde un segreto, un segreto che la rende complice nell’omicidio della sua migliore amica. Un segreto che una volta svelato la porta alla gogna, a sottoporsi al giudizio della comunità e a quello mediatico. Una colpa che non può essere dimenticata, ma che deve essere punita.
Georgina precipita così nel suo inferno personale. Da una vita agiata alla vita in cella, dove le servono astuzia e arguzia e una buona dose di fortuna per sopravvivere, sopportando i maltrattamenti e gli abusi, le violenze, sbarazzandosi della propria dignità per sottostare alle leggi del sistema che regnano in carcere.
Georgina cede e sopravvive, sperando di rifarsi una vita fuori al termine della pena. Però riesce anche a non perdere completamente se stessa, a mostrare il suo animo a chi ne ha bisogno.
L’autrice utilizza una serie interminabile di flash back per raccontarci parallelamente il passato e il presente della protagonista; quasi giustificando tutte le sue scelte presenti con il suo vissuto precedente.
Da un lato la rende colpevole della sua mancanza di coraggio a gridare al mondo la verità per proteggersi dal giudizio altrui, dall’altro poi ne elogia il coraggio per aver ammesso le colpe e aver scontato la propria pena per il suo coinvolgimento nella morte dell’amica.
I vari episodi così raccontati tendono a creare confusione nel lettore e non riescono a dare coesione alla storia che vuole affrontare tante trame come le indagini di Kaiser, la storia tra Georgina e Kaiser, e la nuova vita di Georgina, che viene sviluppata in maniera superficiale.
Il finale è esplosivo.
Il colpo di scena costringe il lettore a riflettere su quanto ha letto, chiedendosi quale dettaglio sia sfuggito alla sua attenzione, per non essere arrivato alla giusta conclusione. L’autrice ha sapientemente lasciato indizi in ogni momento cruciale della storia affinché i pezzi del puzzle possano essere collocati nel posto di destinazione.
Ovviamente la decisione di un lieto fine forzato e quasi inverosimile, ripercorre la tendenza del momento di voler giustificare tutte le azioni, anche le più discutibili, delle persone, creando non poche polemiche, quasi a voler far passare un messaggio edificante che non esiste.
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